Il carovita spaventa gli italiani e il primo motivo della preoccupazione è dovuto all’aumento delle bollette. Per questo motivo, contro il caro bollette arriva la cucina “Energy Free”.
Il carovita spaventa gli italiani e il primo motivo della preoccupazione è dovuto all’aumento delle bollette (63%): più di 6 italiani su 10 hanno ridotto i consumi di energia elettrica e gas (Fonte: Legacoop e Ipsos) diventando campioni di comportamenti sostenibili, anche a tavola. Sono 8 milioni i virtuosi che hanno cambiato convinzioni e comportamenti in cucina (Fonte: Nomisma) e, addirittura, quasi 1 italiano su 5 (19%), ha iniziato a evitare l’uso dei fornelli, cucinando di meno o preferendo pietanze che non necessitano cottura (Fonte: Coldiretti) e la tendenza è destinata ad incrementarsi con l’arrivo della bella stagione.
E se fino a qualche tempo fa le utenze domestiche non erano incluse nel calcolo della spesa alimentare, oggi queste voci sono rilevanti nel determinare il “food cost” di ogni pasto, che a parità di ingredienti, dipende anche dal prezzo dell’energia necessaria per prepararlo.
In occasione della Giornata Mondiale del Risparmio Energetico (lo scorso 18 febbraio), ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare), ha chiesto alla food blogger Eva D’Antonio (“In cucina da Eva”) amante della cucina senza cottura, di proporre un menu con il tonno in scatola, “energy free”, antispreco, salva denaro e salva tempo e realizzare il vademecum per risparmiare energia in cucina. Sono piccoli comportamenti quotidiani che possono fare la differenza riducendo gli sprechi, l’impatto ambientale e anche la bolletta.
Largo ai cibi “Ready to Use” che non richiedono cottura
Il trend dei piatti “energy free” è stato avviato da Chef del calibro di Nico Mastroianni (Santo Bevitore, a Cassino), Domenico Stile (Enoteca la Torre, a Roma) e Vincenzo Guarino (Tavola Rossa, Castello di Postignano) che hanno ideato alcuni piatti da preparare senza uso del gas e, per quanto possibile, senza elettricità “extra”. Dalla marinatura alla “cottura” in frigorifero, a quella a fuoco spento fino alla manualità in sostituzione dei mini-elettrodomestici.
Un buon punto di partenza per rinunciare ai fornelli è quello di scegliere alimenti “ready to use”, come il tonno in scatola: salva denaro (fonte di proteine nobili con ottimo rapporto qualità/prezzo). Salva energia (già pronto, non necessita di energia ai fornelli, o in frigo per la conservazione). Anti-spreco (solo l’1% del tonno in scatola finisce nel cestino e inoltre, l’olio si può riutilizzare come condimento per sughi, insalate e tante altre ricette). Versatile e salva tempo (il tonno in scatola è pronto all’uso e grazie alla sua versatilità, si presta a tante ricette creative e gustose). Idem per le altre conserve ittiche. Non a caso, se il tonno in scatola è un alimento consumato da tutti (93% degli italiani secondo una ricerca Doxa), è proprio per il suo essere un alimento dalle mille virtù.
Piccoli gesti che fanno la differenza
Cosa possiamo fare per limitare al massimo il consumo di gas? Risparmiare in cucina, mettendo “a riposo” i fornelli, è possibile. A partire dai metodi di cottura fino alla scelta della pentola giusta, passando per l’idratazione dei cibi prima di cuocerli, esistono tanti piccoli accorgimenti che gravano meno sul portafoglio alle prese con il caro bollette. ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare) ha raccolto, grazie alla foodblogger Eva D’Antonio, i principali consigli in una mini-guida per imparare a gestire fornelli, pentole, metodi di cottura e forno, riducendo gli sprechi e l’impatto ambientale, con un conseguente risparmio economico.
Ad esempio, avviare la cottura di alimenti preferibilmente a temperatura ambiente permette di evitare il consumo di gas che servirebbe per scaldarli dalla temperatura del frigo. Inoltre, prolungare il tempo di ammollo dei legumi secchi consente di ridurre la successiva bollitura, così come idratare prima della cottura il riso o alcuni cereali, specialmente quelli integrali, riduce il tempo necessario alla loro cottura, con un risparmio non indifferente. Ancora, utilizzando il forno (uno degli elettrodomestici a più alto consumo energetico), meglio cuocere più pietanze contemporaneamente e spegnere il forno in anticipo per sfruttare il calore residuo, evitando di aprirlo (si disperde il 20% del calore ogni volta).
Menu accessibile, salva tempo ed “Energy Free” con il tonno in scatola
Un ottimo antipasto si può preparare anche senza fuoco e senza elettricità: la food blogger Eva D’Antonio, ha ideato e realizzato tre ricette a base di tonno in scatola senza prevedere l’uso della cottura, con un costo che va dai 3 ai 4 euro a portata (per due persone), risparmiando l’utilizzo di gas ed energia elettrica. Insalata di tonno in olio con emulsione di limone e yogurt, Crostini con mousse di tonno, ceci ed arancia, Polpette di tonno e ricotta con rucola e limone.
Tonno in scatola: l’alimento antispreco
La lunga shelf-life, la comodità d’uso, la praticità e le innumerevoli occasioni di consumo ne fanno un alimento dalle mille virtù: oggi nelle case degli italiani ci sono in media quattro scatolette di tonno e comunque almeno una è sempre presente nella nostra dispensa (93%). Se oggi la metà degli italiani (45%) acquista il tonno in scatola, in primo luogo, perché è gustoso, al secondo posto troviamo il fatto che è un cibo anti-spreco venduto in contenitori riciclabili: un plus riconosciuto dal 33% degli italiani (1 su 3), sempre più attenti alle istanze di sostenibilità: 8 su 10 (84%) riciclano la scatoletta, sapendo che è di metallo e che si ricicla al 100%. E il 34% riutilizza o ricicla anche l’olio d’oliva (Doxa/Ancit). Nelle posizioni successive, troviamo a pari merito la convenienza (31%) – un alimento che contiene proteine nobili a basso costo – e la sicurezza alimentare.
E parlando di antispreco, l’olio d’oliva del tonno può essere riutilizzato in cucina, perché mantiene intatti l’aroma, il sapore e le sue qualità organolettiche. Studi scientifici hanno infatti confermato che l’olio acquisisce dal tonno omega 3 e Vitamina D. Un delitto disfarsene come un rifiuto. Un intervistato su 4 (25%) lo utilizza abitualmente per condire l’insalata/il sugo della pasta e 1 su 10 (11% sull’intera popolazione, il 15% per i giovani) ha dichiarato di aver iniziato nell’ultimo periodo ad utilizzare l’olio della scatoletta, a cui si aggiunge il 18% di chi ne utilizza solamente una parte. Comportamenti virtuosi che gli italiani sempre più attenti all’anti-spreco, stanno via via incentivando.