Coronavirus Roma – iorestoacasa. – Cosa succederà il 3 aprile, non solo a Roma, quando scadranno anche i termini meno restrittivi dei Decreti emanati fino a oggi, non può dirlo nessuno. L’incertezza però è grande almeno quanto la speranza. Viviamo le prime misure di ristrettezza della libertà personale nella storia di un’Italia democratica.
I settori più in ginocchio dell’economia nazionale sono alcuni di quelli che hanno da sempre caratterizzato l’Italia nel mondo: ristorazione e turismo. Entrambi i settori sono basati sul consumo di beni legati al benessere ed è per questo che un ristorante chiude e una ferramenta no, perché esiste una profonda distinzione tra beni di consumo e consumo legato al benessere. Tanto per fare un esempio, un tubo del lavandino potrebbe esservi necessario sempre, anche domani sotto restrizioni e con una certa urgenza, mangiare fuori no.
Secondo pareri e studi che proiettano questa emergenza nel tempo, ci sono teorie discordanti sulla durata di un periodo surreale. Di fatto però tutti concordano che ci saranno strascichi lunghi e che forse, nella più reale delle ipotesi, un ripristino completo si potrebbe avere a giugno. Dovessimo fare una proiezione sociale ed economica parliamo di una situazione che, nonostante tutte le misure (per ora appena sufficienti) dello Stato che vi riporto nello schema del Sole24Ore, vede nettamente schiacciato per tempistiche e struttura di business il settore ristorativo.
Misure del governo
Coronavirus Roma – iorestoacasa
Le strutture ricettive vedranno una ripresa più veloce e se l’Europa sarà in ritardo e le frontiere saranno ancora invalicabili, potranno contare su un turismo interno più intenso. La ristorazione dovrà faticare di più e al netto delle attività che godranno di spazi aperti dove ovviamente quelle più positive saranno le balneari, il resto del comparto avrà una ripresa molto dura. Questo il timore più grande nei primi giorni di bolla emergenziale. Eh sì, perché siamo ancora in una bolla nella quale i più puri sono chiusi da sette giorni, ma dove la maggior parte delle persone non arrivano a cinque. Speriamo di saper contenere anche gli esaurimenti nervosi, che finché li leggiamo sui social va bene, l’importante è che non arrivino in strada o esplodano in casa.
Cosa accadrà
Se almeno un poco ci conosciamo come popolo. Sappiamo che appena ci riapriranno le gabbie ne usciremo affamati d’aria e di un po’ di sana libertà. Rivedremo gli amanti e i parenti lontani. Le coppie sopravvissute e gli amici ritrovati si fionderanno in spazi aperti e se alle attività verrà ridato respiro. Le affolleremo. Se sarà un bene non lo so, ma succederà, non c’è dubbio. Teniamolo presente quando i termini verranno allungati, perché rilasciare libertà sarà per il Governo una responsabilità più grande di averle tolte. Usciremo da case che avremo reso camere iperbariche, asettiche e nonostante le vitamine prese avremo un sistema immunitario dormiente, pigro. Quindi facciamo attenzione perché il primo batterio che girerà potrebbe essere il nostro. Sperando che non sia un Coronavirus di ritorno, ma curabile fuori emergenza.
Cosa succederà il 3 aprile non lo sappiamo, ma possiamo e dobbiamo prepararci a una ripresa. Ragionare e riflettere. In alcuni casi, in questi giorni si deve fare i conti anche con la possibilità di cambiare la propria attività e rivedere il proprio sistema di business, con piena consapevolezza. Investire nel benessere ha in una crisi la sua più grande e inevitabile fragilità. Sicuramente arriveremo stremati al 3 aprile e finiti i flash mob, i lievitati e le video ricette, mi preparerei con ottimismo a un salto di stagione che ci porterà direttamente in estate.
Fossi in voi ristoratori, e sarebbe un onore farlo tutti insieme, parteciperei al bando dell’Estate Romana e uniti proporrei un progetto che vi veda in uno spazio aperto comune. Un villaggio che vi renda giustizia per l’intera stagione. I contributi ci sono, si può chiedere un fondo straordinario per la ripresa, i termini sono prorogati fino al 10 aprile.
ESTATE ROMANA il bando ufficiale
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