Il calo dei consumi del vino dipende solo dal codice della strada?

Si sta per conclude il primo mese dell’anno e il bilancio sugli effetti del nuovo Codice della Strada, in vigore dal 14 dicembre 2024 e prevede ulteriori strette riguardanti anche il tasso alcolemico, registra già una frenata sui consumi di vino. Ma questo calo è imputabile esclusivamente a questo o incidono altri fattori che hanno iniziato a influenzare in tempi non sospetti?

Cosa prevede il codice della strada

Guidare in sicurezza un veicolo è un’attività complessa che coinvolge mente e corpo e richiede buone condizioni psico-fisiche ogni volta che ci si mette al volante. L’assunzione di alcol influisce negativamente sul comportamento di guida, in quanto limita ed altera alcune funzioni cerebrali fondamentali per la conduzione di un veicolo in sicurezza (percezione, attenzione, concentrazione, tempi di reazione, capacità di valutazione e di elaborazione, ecc.). Si parla di guida in stato di ebbrezza quando la quantità di alcol presente nel sangue di un conducente supera il limite massimo previsto per legge. Il codice della strada (art.186) vieta di guidare in stato di ebbrezza in conseguenza dell’assunzione di bevande alcoliche e considera un conducente responsabile di tale condotta quando viene riscontrato un tasso alcolemico superiore a 0,5 grammi per litro di sangue (0,5g/l). Il consumo giornaliero delle donne adulte e degli anziani ultra 65enni non dovrebbe superare 1 unità alcolica (12 grammi di alcol), mentre quello degli uomini adulti può arrivare fino a 2 unità alcoliche. L’assunzione di alcol andrebbe invece sempre evitata sotto i 18 anni.

Se il tasso alcolemico è compreso tra 0,5 e 0,8 g/l, la multa va da 573 a 2.170 euro, con sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Per un tasso tra 0,8 e 1,5 g/l, si applicano sia una sanzione detentiva che pecuniaria, e la sospensione della patente varia da 6 mesi a un anno. Se il tasso alcolemico supera 1,5 g/l, sono previste sia pena detentiva che pecuniaria, con sospensione della patente da 1 a 2 anni.

Con queste premesse che si assaporano già dall’antipasto, il nuovo emendamento ha così contribuito a rifiutare il bicchiere della staffa nei ristoranti, con il quale non necessariamente si eccede in termini di quantità alcolica ingerita con conseguenti alterazioni psicofisiche, perché già con un secondo calice si potrebbe incorrere in conseguenze che comprometterebbero la riuscita di una bella serata. Questo pensiero ha ridotto una buona percentuale di scontrino medio del comparto ristorativo in generale, ma davvero è bastato un mese per poter tirare le somme di un calo dei consumi enoici?

Stato di salute del consumo del vino

Il settore vinicolo sta attraversando una fase di cambiamento, con una diminuzione generale del consumo e una trasformazione nelle preferenze dei consumatori, negli ultimi anni il consumo di vino ha mostrato tendenze al ribasso a livello globale, l’Italia non fa eccezione dal 37% del 2010 all’attuale 26% e si stima che ci sarà un calo di circa 1,2 milioni di ettolitri nei consumi da qui al 2039, nella fascia di età compresa tra i 18 e i 39 anni.

Millennials e Gen Z sono molto attenti agli aspetti salutistici, tengono alla loro forma fisica e all’aspetto esteriore. L’utilizzo ossessivo dei social porta a uno stato di ansia da perfezione che mal si concilia con eventuali stati inebriati dal vino. Infine, sono persone preoccupate dai cambiamenti climatici. Fanno scelte che aiutano a ridurre l’impronta carbonica attraverso un’alimentazione più vegetale, a ridotto consumo di zuccheri, e quando scelgono vini tendono ad orientarsi su scelte ben precise. Mentre il consumatore più anziano si concentra principalmente su fattori quali il gusto, il relax e l’abbinamento con il cibo, i consumatori più giovani si lasciano maggiormente incuriosire dalle novità e sono più propensi a sperimentare stili di vino diversi. Si sta instaurando un modo più social di intendere il vino che potrebbe fornire degli spunti per i produttori in tema di strategie marketing e prodotto.

È un momento di ripensamento su molti aspetti del vino e dopo un lungo periodo di curiosità e apertura dei consumatori verso ogni forma di stimolo e novità, assistiamo a un ritorno alle proposte classiche e istituzionali, magari aggiornate e riviste in chiave contemporanea. Il che significa vini meno estrattivi, più orientati alla prontezza e alla beva, di minore tenore alcolico ma da denominazioni di grande tradizione. Dopo più di quindici anni di “rivoluzione” stiamo arrivando a quello che è stato chiamato il “Neoclassicismo del vino.” Il calo dei consumi è un aspetto serio che non va trattato con superficialità, ascoltare i bisogni dei consumatori più giovani permetterà all’industria del vino di risalire la china, e proporre vini più contemporanei per un consumatore sempre più attento, sensibile e digitale, che sta preferendo altri settori del beverage alcolico come la birra e gli spirits.

Le Proposte del Movimento Turismo del Vino

L’intervento importante e delicato a lunga scadenza stringe la mano al primo altrettanto rilevante descritto all’inizio, che necessita di un intervento più immediato, per arginare l’emergenza sui consumi. Violante Gardini Cinelli Colombini, Presidente Nazionale del Movimento Turismo del Vino analizza l’enoturismo in Italia all’indomani delle nuove sanzioni introdotte dal Ministro Salvini, su richiesta dei presidenti regionali del Movimento Turismo del Vino: “Per affrontare efficacemente il problema serve la collaborazione di tutti, delle istituzioni locali perché potenzino le infrastrutture di trasporto molto carenti in campagna e, nell’immediato, il numero di Taxi e NCC cioè le auto con conducente. Da parte delle cantine con proposte più ricche e diversificate puntando a un turismo più lento e attento. Infine serve un piccolo sforzo da parte degli enoturisti per programmare la visita di una cantina al mattino e una al pomeriggio e non due consecutivamente.” Aspettare 2-3 ore porta a zero l’alcolemia di un bicchiere di bevanda alcolica consumata; se non si è digiuni il tempo può anche ridursi a 1-2 ore. E’ proprio da questa premessa che emerge la necessità di dirigersi verso questo nuovo modello di accoglienza proposto dalle cantine del Movimento Turismo del Vino, che vede la diversificazione delle attività in cantina e l’attenzione all’abbinamento cibo-vino, accoglienza in strutture ricettive in cui passare la notte, aree sosta per camper. Queste proposte potrebbero arginare il delirio collettivo scaturito dalla stretta del provvedimento, che come tutti si affannano a ricordare era già in essere, ma la stretta sulle valutazioni ha creato un caos sull’interpretazione e di conseguenza un intervento drastico da parte del consumatore, che rinuncia piuttosto che rischiare di incappare in qualche conseguenza; le conseguenze che il comparto HoReCa subisce è così un colpo ulteriore, dopo quello da affrontare circa l’adeguamento allo stravolgimento dei consumi.

Violante Gardini Cinelli Colombini

Questo “Dry January” sarà servito a mettere in pausa, oltre al consumo di alcol per l’intero mese, anche la confusione mentale, soprattutto quella di chi dovrebbe avere a cuore il destino economico di un settore così importante per un Paese come il nostro, per poter continuare a fregiarsi del primato di detentore di eccellenze? Abbiamo davanti a noi ancora 11 mesi, prima di stilare il bilancio, l’augurio è quello di poter affermare che siano stati “Wet”.

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