Le città devono reagire alla crisi della pandemia e tornare a giocare un ruolo centrale nella governance alimentare in ottica di economia circolare.
Gli impatti che la pandemia sta producendo sull’intera filiera alimentare sono tanti e di notevole importanza. Essi vanno dalla maggiore esposizione all’insicurezza alimentare delle fasce della popolazione meno abbienti, al blocco delle frontiere tra gli Stati, alle limitazioni al libero commercio, all’aumento dei prezzi delle materie prime, fino alla distribuzione di aiuti umanitari.
Ecco perché le città che sono particolarmente colpite dagli effetti del Covid-19 devono reagire cercando di garantire maggiore sicurezza all’accesso al cibo sano e sostenibile a tutti i cittadini.
Ripensare la filiera alimentare
Per migliorare la vita in modo sostenibile dobbiamo trasformare le modalità in cui il cibo viene prodotto, trasformato, commercializzato, consumato e smaltito, al fine di poter soddisfare le nostre esigenze future senza danneggiare ed esaurire la biodiversità.
Ebbene la pandemia ha evidenziato possibili nuove modalità di produzione, trasporto, distribuzione, recupero, consumo e smaltimento nelle nostre città.
Pensiamo, per esempio, all’impatto che le nuove disposizioni sanitarie avranno sulla ristorazione collettiva pubblica e privata, sui mercati, sulle mense caritatevoli e per tutti quei luoghi dove il cibo è somministrato. Oppure al ruolo che le nuove tecnologie o il food delivery potranno rivestire nell’influenzare tutti i cittadini e non solo coloro che acquistano il cibo ma anche le fasce più deboli che lo ricevono grazie al sostegno di donatori.
Il COVID-19 può offrire, quindi, l’opportunità per molte città di ripensare la filiera alimentare per connettere maggiormente il tessuto urbano con quello peri-urbano e rurale e tutelare gli anelli più deboli della filiera.
Economia Circolare e il dialogo con la Natura
L’economia circolare in particolar modo quando è applicata al cibo deve essere chiaramente un paradigma economico che si prefigge di essere rigenerativo, che ha l’ambizione di riconnettere l’uomo agli equilibri eco-sistemici, ricostruendo quel tessuto ecologico che sostiene la vita sulla Terra. Un termine chiave dell’economia circolare è sicuramente “metabolizzazione”.
Ogni prodotto immesso nel mercato, nell’ambito del cibo, sia che si parli di contenuto che di contenitore, dovrebbe essere progettato perché possa, a fine vita, essere metabolizzato dal sistema riducendo a zero la produzione di rifiuti. Le maglie di questo tessuto ecologico sono costituite dalla biodiversità. Più attori caratterizzano il sistema, più le maglie del tessuto ecologico sono interconnesse, più è alto il peso che l’ecosistema può sostenere, incrementando dunque la sua resilienza. L’intero sistema alimentare dipende da questo tessuto.
Dunque, diventa urgente cambiare paradigma, cercando in primis di evitare di compromettere i rapporti con il miglior fornitore di materia prima che il genere umano conosca, ovvero la natura.
Fare economia circolare vuol dire quindi non solo ridurre gli sprechi trovando ai residui una nuova destinazione d’uso. Significa partire dalla terra per passare da un’economia lineare, che crea in apparenza abbondanza ma servendola in un piatto alquanto fragile, ad una circolare, rigenerativa, progettata per dialogare con la Natura.
Le Urban Food Policy
Per rispondere alle sfide ambientali, sociali ed economiche poste dai sistemi agroalimentari, in particolare nel contesto urbano, sono nate le politiche locali del cibo (corrispettivo del più diffuso termine anglosassone Urban Food Policy). Infatti, il cibo e le numerose interazioni che compongono quello che viene definito Food System, per anni non sono state incluse nelle politiche e nelle strategie di pianificazione urbana.
Queste politiche hanno come scopo generale di regolare le attività legate al sistema alimentare urbano in toto, in un’ottica di maggiore sostenibilità, salubrità, resilienza e inclusività.
Le Urban Food Policy possono essere intese come decisioni che influenzano i modi in cui le persone in città producono, acquistano, consumano e smaltiscono il cibo.
Grazie a questo tipo di iniziative, dopo molto tempo, ai temi legati al cibo viene assegnata un’importanza crescente che si concretizza con una politica dedicata in cui i temi del cibo vengono considerati in un’ottica sistemica ed organica, riconosciuta dai governi locali.
Ed oggi, esse acquisiscono maggiore importanza per far fronte ai problemi, legati dall’insorgere della pandemia, che il settore del Food si trova costretto ad affrontare.