Gli italiani riempiono il carrello con gli acquisti nei discount alimentari di cibo low cost. Ecco come sono cambiati i consumi in questo 2022 secondo Coldiretti: più attenzione alle promozioni e alle offerte, si cerca il prezzo più basso, mentre i costi di filiera aumentano.
Gli italiani riempiono il carrello con gli acquisti nei discount alimentari di cibo low cost. Gli acquisti low cost volano con un balzo del +9,7% nelle vendite in valore il più elevato nel dettaglio tradizionale. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti sui cambiamenti della spesa degli italiani a seguito dei caro prezzi nei primi nove mesi del 2022. Il risultato dei discount – sottolinea la Coldiretti – evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità.
Inoltre, le famiglie italiane hanno ridotto i propri acquisti dal -31% per il pesce fresco al -10% dell’ortofrutta fino ad interessare addirittura il latte fresco -1%. Una situazione che – continua la Coldiretti – preoccupa in vista dei cenoni e dei regali enogastronomici del Natale come dimostra il fatto che per rilanciare gli acquisti le offerte del Black Friday si sono estese anche al cibo.
Quanto spendono al mese le famiglie italiane?
Le famiglie italiane per mangiare, in media, spendono 520 euro al mese. Il motivo è legato all’effetto di inflazione e dei rincari energetici permettendo così alla spesa alimentare circa il 20% del totale della spesa familiare per un valore medio stimato dalla Coldiretti pari a 520 euro al mese a famiglia nel 2022. Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Accanto alla formula tradizionale del 3×2 ed ai punti a premio – precisa la Coldiretti – si sono moltiplicate e differenziate le proposte delle diverse catene per renderle meno confrontabili tra loro e più appetibili ai clienti: dalle vendite sottocosto che devono seguire regole precise ai buoni spesa.
Quanto ne risente la filiera agroalimentare?
L’intera filiera agroalimentare è sotto pressione partendo dall’agricoltura dove si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia la Coldiretti – dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea.
Gli aumenti riguardando anche l’alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più rispetto allo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti. Occorre lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni – conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini e sottolinea che – bisogna intervenire subito per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare le aziende agricole e la spesa degli italiani”.