Sono ormai settimane che non si parla d’altro: il caso Balocco-Ferragni è ancora sulla bocca di tutti. Dopo lo scandalo che ha coinvolto l’azienda Balocco e l’influencer Chiara Ferragni, si sono accesi i riflettori anche sulle altre attività benefiche portate avanti dalla stessa imprenditrice digitale, tanto da portare l’AgCom a dare una stretta sulla regolamentazione. Molti brand hanno deciso di interrompere ogni collaborazione ed escludere la Ferragni dai prossimi progetti pubblicitari.
Dopo il caso che ha coinvolto l’azienda Balocco e l’influencer Chiara Ferragni lo scorso dicembre, destano sospetto anche altre collaborazioni associate ad attività benefiche in cui l’imprenditrice è stata coinvolta. I riflettori sono stati subito puntati sulle uova di Pasqua firmate Chiara Ferragni, frutto di una collaborazione con Dolci Preziosi avvenuto nell’aprile 2022, e sulla bambola Trudi messa in commercio nel 2019.
Chiara Ferragni e le polemiche sulle uova di Pasqua
Una delle prime a dubitare sulla buona fede del progetto benefico di cui Dolci Preziosi e Chiara Ferragni sono stati protagonisti nel 2022, è stata la giornalista Selvaggia Lucarelli parlandone in un articolo sul Fatto Quotidiano.
In questo caso il progetto avrebbe dovuto sostenere l’impresa sociale “I bambini delle Fate”, a cui effettivamente sono stati destinati 36 mila euro da parte di Dolci Preziosi, ma non sembra esserci stata correlazione tra il numero delle uova vendute e la donazione fatta.
Cannillo, titolare della Cerealitalia, ha spiegato al Fatto: «Assolutamente non c’è stata correlazione tra le vendite delle uova e la donazione. Ferragni è stata pagata per aver ceduto la sua immagine. Noi abbiamo fatto una donazione, per lei non era da contratto».
La Ferragni avrebbe incassato grazie al progetto delle uova di Pasqua una cifra ben più consistente (1.200.000 euro) rispetto ai 36 mila euro donati, e questo ha fatto molto discutere.
Nel 2023 non abbiamo più visto il suo volto associato alle uova di Pasqua Dolci Preziosi, in quanto l’azienda avrebbe deciso di chiudere il contratto a seguito dell’ingente cachet richiesto dall’influencer.
Continuano i dubbi: il caso Oreo-Ferragni e la bambola Trudi
È di nuovo Selvaggia Lucarelli a far notare dei dettagli importanti riguardo un’altra collaborazione, quella tra Oreo e Chiara Ferragni risalente al 2020. In quell’occasione Oreo aveva messo in vendita una limited edition dei suoi famosi biscotti in collaborazione con Chiara Ferragni. Era previsto anche un concorso in cui erano stati messi in palio i pezzi dell’esclusiva capsule di vestiti firmata Chiara Ferragni Collection.
In un post su Instagram ricondiviso sulle stories dalla stessa Lucarelli, viene affermato che il 100% dei ricavati sarebbe stato destinato ad un’iniziativa di supporto per la lotta contro il Covid-19. La giornalista parla di comunicazione esatta, ma fa notare come ancora una volta beneficenza e guadagno vadano a braccetto, infatti sotto al post è presente l’hashtag ADV, a segnalare che si tratta appunto di una pubblicità. La collaborazione con Oreo, come afferma la Lucarelli, sarebbe stata dunque molto vantaggiosa per la Ferragni.
Nell’occhio del ciclone è finita anche la bambola Trudi messa in commercio nel 2019 in limited edition e andata sold out in sole 5 ore.
La bambola riproduceva le fattezze di Chiara Ferragni, e come lei stessa aveva annunciato, il ricavato delle vendite sarebbe stato destinato all’associazione no profit americana “Stomp Out Bullying”. L’associazione ha affermato di non aver ricevuto alcuna donazione, ma Chiara Ferragni risponde che chiarirà quanto accaduto solo con le “autorità competenti”.
Coca-Cola decide di annullare lo spot con Chiara Ferragni
Dopo le vicende spiacevoli di cui Chiara Ferragni è stata protagonista, la sua reputazione ne ha risentito notevolmente. Oltre ad aver perso una consistente fetta di followers su Instagram, molti brand si sono tirati indietro e hanno sospeso le attività che avrebbero coinvolto l’imprenditrice per i progetti futuri.
Era iniziata proprio a dicembre scorso la campagna pubblicitaria di Coca-Cola, che aveva deciso di collaborare con Chiara Ferragni attraverso alcuni adv su Instagram.
Ricordiamo le stories pubblicate dall’influencer in cui mostra al suo pubblico un set di piatti firmati Coca-Cola e poi brinda insieme a Babbo Natale; nient’altro rimane di quella collaborazione che sarebbe dovuta proseguire anche nel 2024, ma che invece è stata stroncata sul nascere. Proprio a fine gennaio era previsto il lancio di uno spot di cui Chiara Ferragni sarebbe stata testimonial, ma dopo l’accaduto il progetto è subito sfumato.
Le altre collaborazioni saltate
Non solo brand di food, ma anche diversi brand di moda hanno interrotto le partnership con l’influencer. Una delle prime aziende ad annullare gli accordi con la Ferragni dopo la notizia del caso Balocco è stata Safilo, azienda produttrice di occhiali da sole, da vista e sportivi.
La storia tra Safilo e Chiara Ferragni era iniziata ufficialmente nel settembre 2021, quando venne annunciato l’accordo tra le due parti che sarebbe dovuto essere pluriennale. Con questo accordo Safilo si impegnava nella progettazione, produzione e distribuzione degli occhiali da sole e da vista a marchio Chiara Ferragni. E in effetti questa collaborazione, soprattutto nel 2022, ottenne un grande successo.
Questa storia, però, non ha un lieto fine, in quanto i rapporti tra le due aziende si sono interrotti bruscamente il 21 dicembre 2023, a seguito di un comunicato da parte di Safilo: «Safilo Group comunica l’interruzione dell’accordo di licenza per il design, la produzione e la distribuzione delle collezioni eyewear a marchio Chiara Ferragni a seguito di violazione di impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio», si legge nella nota.
In seguito a quanto accaduto, anche Monnalisa (noto brand di abbigliamento per bambini), starebbe valutando il da farsi rispetto alla collaborazione con Chiara Ferragni.
Possibili partnership a rischio per Chiara Ferragni
In passato altri food brands hanno condiviso con Chiara Ferragni importanti successi. È il caso di Nespresso, che per ben tre anni consecutivi ha lavorato con l’influencer: la collaborazione è iniziata nel giugno 2021 con l’apertura di un temporary caffè a Milano, in zona Brera. Nel 2022 le due aziende hanno realizzato una vera e propria collezione in limited edition, in cui lo stile del brand Ferragni si è fuso bene con i prodotti Nespresso, e questo ne ha garantito il successo, tanto da portare al rinnovo della collaborazione anche per l’anno successivo. E quindi un’altra collezione in limited edition nel 2023, che comprendeva il caffè Milano Intenso, una macchina per il caffè e alcuni accessori.
Anche Evian aveva collaborato con l’influencer nel lontano 2017, mettendo in commercio un’acqua di lusso dal costo di 8 euro a bottiglia. Sui social era scoppiata una polemica non da poco, ma in questo caso la beneficenza non c’entra. Bersaglio della discussione era proprio il prezzo delle bottiglie d’acqua, considerato troppo eccessivo per quella tipologia di prodotto.
Chiara Ferragni ha avviato in questi anni tante altre collaborazioni con brand importanti come Pantene (di cui è testimonial), Morellato, Intimissimi, Tod’s, Calzedonia e Arval Cosmetici, che lo scorso dicembre ha stretto una partnership con l’influencer per l’intero 2024. Cosa ne sarà di queste collaborazioni? Al momento ancora tutto tace, forse nei prossimi mesi ne sapremo di più.
Questione di reputazione
Tutta questa vicenda ci fa riflettere su quanto la reputazione di un brand (e anche persona in questo caso) abbia valore e sia al centro di tutto per un’azienda. La brand reputation si costruisce e si solidifica nel tempo e, cosa più difficile, va saputa mantenere. Proprio per questo è importante stabilire un rapporto di fiducia con il consumatore che poi non va tradito, soprattutto se si tratta di colossi come quello messo in piedi dalla Ferragni. Bravissima nella costruzione del proprio personal branding e nella ridefinizione del suo nome che è divenuto da fashion blogger a una vera e propria azienda che produce fatturato con il minimo sforzo, forte proprio della base di milioni di follower che la amano e che sono la merce di scambio dei suoi affari con altri marchi. L’errore commesso si ripercuote sulla credibilità della persona e del suo marchio, credibilità che è la leva principale del suo essere così “influente” sui consumi.
Come abbiamo visto molte aziende hanno deciso di smettere di investire su di lei per il momento, altre non si sono ancora pronunciate, ma ce n’è una che invece ha fatto intendere che non ha intenzione di interrompere la collaborazione con l’imprenditrice.
Si tratta di Pigna, noto marchio di cancelleria; di fatti l’AD dell’azienda Massimo Fagioli ha dichiarato a La repubblica: “Collaboriamo con Chiara Ferragni da diversi anni, avendo avuto modo di apprezzarne le doti umane e imprenditoriali. La relazione commerciale tra i due brand italiani è stata proficua e soddisfacente in tutti i mercati in cui operiamo. La storia di 185 anni di Pigna, la nostra leadership e il nostro stile aziendale ci portano a guardare verso il futuro, con l’auspicio che l’attuale non facile contesto possa essere superato”.
Quindi si potrebbe dire che il brand Chiara Ferragni sia ufficialmente caduto in declino? È difficile stabilirlo con certezza in questo momento, ma se non ci dovessero essere risvolti decisamente positivi sulle indagini che coinvolgono l’influencer, gli effetti negativi sul suo brand potrebbero persistere a lungo, e riconquistarsi la fiducia del pubblico perso sarà un’ardua impresa. Anche in questo caso il tempo sarà chiarificatore.