Le chiacchiere sono uno dei dolci più diffusi in Italia, simbolo quasi universale del Carnevale. Friabili e gustose, hanno origini antichissime e anche nomi diversi in quasi tutte le regioni d’Italia. Cosa che a volte ci crea un po’ di confusione.
Il Carnevale è ormai iniziato, siamo al giovedì grasso e i festeggiamenti entrano nel clou. Le chiacchiere, lo sanno tutti, sono tra di dolci carnevaleschi più famosi d’Italia. Le loro origini sono antichissime e ogni zona d’Italia è solita chiamarle in maniera diversa.
Dove nascono?
L’origine delle chiacchiere risale all’epoca romana. In quel periodo venivano preparati dei dolcetti a base di uova e farina chiamati frictilia che venivano fritti nel grasso del maiale e preparati dalle donne romane per festeggiare i Saturnali (festività che corrisponde al nostro Carnevale). Questo dolce veniva servito alla folla per strada che festeggiava il Carnevale e poiché era semplice da preparare si potevano fare grosse quantità in breve tempo e a basso costo. La tradizione dei frictilia è sopravvissuta fino ad oggi, apportando solo piccole modifiche di ricetta in base alla tradizione regionale. Possiamo trovarle fritte nell’olio o cotte al forno.
Perchè si chiamano chiacchiere?
La storia fa risalire il loro nome alla Regina Margherita Savoia. La leggenda racconta che a Napoli la Regina chiese al fidato cuoco di corte di preparare un dolce che accompagnasse le chiacchierate pomeridiane con i suoi ospiti. Da lì, il dolce appena fatto prese il nome di Chiacchiera.
Nord Italia
Questo dolce simbolo del Carnevale si prepara dovunque, ma il loro nome cambia e talvolta la presentazione è differente.
In Piemonte sono conosciute come le Bugie. In alcune zone, però, il nome cambia, ad esempio nel basso Alessandrino il nome delle chiacchiere è Grasse. Invece nell’area Sud del Piemonte ed a Cuneo si chiamano Risòle.
Nel Novarese, nel basso Vercellese, a Vercelli e nel Varese si chiamano Gale. In Valle d’Aosta, invece, sono chiamate Merveilles.
In Lombardia, a Bergamo il loro nome è Gallarane, a Brescia sono chiamate i Saltasù e a Mantova le Lattughe.
Bugie e chiacchiere si chiamano anche in Liguria, fatta eccezione per l’imperiese che le chiama anche Cròstoli.
In Emilia-Romagna, a Piacenza si chiamano Sprelle, Frappole a Bologna, Modena e Romagna. Intrigoni a Reggio Emilia e Fiocchetti a Rimini.
Centro Italia
In Toscana dove non manca fantasia questo dolce si chiama Cenci o Melatelli. In questa zona si trova anche una variante particolarmente apprezzata, infatti, le chiacchiere sono condite con il miele. Nel Lazio, Umbria e nelle Marche prende il nome di Frappe.
Sud Italia
Nel Sud Italia il nome chiacchiere è quello più diffuso. In Abruzzo sono chiamate Cioffe.
In Molise si chiamano Cunchiell.
In alcune zone della Calabria e della Puglia, poi, si chiamano Bugie.
In Campania si chiamano chiacchiere ma in provincia di Caserta, molte pasticcerie le chiamano Guanti.
A seconda della zona di riferimento in Sicilia sono chiamate Bugie o Chiacchiere. Infine, in Sardegna sono chiamate Meraviglias.
Le varianti
Da nord a sud Italia le varianti delle chiacchiere sono tantissime. Le chiacchiere classiche sono a forma di striscioline leggermente rondellate ai bordi sono fritte e vengono servite fredde da un’abbondante spolverata di zucchero a velo. Possono, poi, essere ricoperte da miele, cioccolato, o bagnate da alchermes (liquore italiano utilizzato per la bagna dei dolci considerato elisir di lunga vita). Possono, inoltre, essere accompagnate dal cioccolato fondente (in origine Sanguinaccio perché veniva aromatizzato con il sangue fresco del maiale) o arricchite con una marmellata di arancia e limone. Insomma, le chiacchiere sono ottime da assaggiare e sono considerate l’emblema del Carnevale per eccellenza insieme alle castagnole.