Castel Di Sangro è una località da poco più di seimila abitanti in provincia dell’Aquila. Siamo ai confini con il Molise e a un’altezza di quasi 800 metri sul livello del mare ed è nel verde di questo entroterra silenzioso che Niko Romito e sua sorella Cristiana, gestiscono le loro attività di “famiglia”. Arrivare a Casadonna – Reale non è difficile, basta non seguire il navigatore e fare attenzione alle indicazioni ben messe che si trovano appena nelle vicinanze di Castel Di Sangro. Tanto per fare chiarezza, Casadonna è la struttura ricettiva e Reale il ristorante, tutto nello stesso casolare a ferro di cavallo insieme all’Accademia di Niko Romito. La sensazione inequivocabile, una volta lì, è quella di essere in un’oasi di pace baciata dalle correnti d’aria.
Il bianco è il colore predominante, su tutto. Un messaggio di pulizia intesa come essenzialità ed eleganza. Gli ambienti sono di assoluta semplicità, caratterizzati attentamente dall’avvolgente calore materico del legno e del ferro battuto e perfettamente in armonia con i complementi d’arredo e le geometriche linee di design.
Casadonna – il Resort
Un ex monastero del ‘500 con uno stile raffinato che valorizza la semplicità. Le mura di cemento grezzo bianco e l’esclusivo arredo delle camere privo di eccessi, ti restituiscono la sensazione certa di essere in un posto dove il lusso è un’attenzione capace di sorprendere e non ostentazione fine a sé stessa.
La cura nei particolari e nei materiali, così come l’attenzione del personale, sono il punto di forza di una filosofia dedicata al benessere degli ospiti. Camere ampie, senza aria condizionata, ma con una parete di vetro satinato in un telaio di ferro, a dividere il bagno corredato da una grande vasca idromassaggio e un hammam privato nella doccia. Negli spazi comuni si può godere di una terrazza a livello terra sulla valle del Sangro. Qui potete rilassarvi leggendo un buon libro, lavorare in pace o prendere un aperitivo prima di cena. Cosa che consiglio. Senza sorpresa, ma senza neanche darlo per scontato, la carta dei cocktail è stretta ma l’Americano bevuto è davvero ben fatto. Oggetti di design ovunque, vasi, lampade e consolle in armonia con grandi camini di pietra, ad arredare e in qualche caso a colorare le grandi pareti candide. È il caso dei neon nella grande sala interna, parallelamente superiore al ristorante, dai toni accoglienti di un’incandescenza pastello. Un omaggio alle parole immortali di Ovidio, attraverso installazioni luminose minimaliste, giganti, intricate, psichedeliche e criptiche, per raccontare che in fondo ciascuno di noi ha qualcosa da scrivere su una parete, per illuminare la propria strada.
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Reale – Il Ristorante 3 Stelle Michelin di Niko Romito
Il ristorante è una grande scatola bianca con una parete di vetro. Una televisione al contrario, dove sei protagonista di un film dai toni accomodanti che la natura, dall’esterno, guarda quasi con ammirazione. L’accoglienza è di una formale cortesia capace di essere in equilibrio, come tutto, tra la semplicità che ti mette a tuo agio e l’esclusività che ti fa sentire speciale. Il personale di sala segue delle geometrie esatte che nonostante i movimenti veloci e precisi, rende invisibile il servizio. Ragazzi preparati, sorridenti e perfettamente capaci di trasferire il significato dell’esperienza che hai deciso di vivere.
Il percorso degustazione è un 15 portate, che a 150,00 Euro è un vero “regalo alla prossimità territoriale”, come dice Niko Romito stesso. Una scelta di carattere per avvicinare chiunque, ma soprattutto il suo territorio, a quella dedizione al lavoro che lo ha portato a rinunciare quasi a tutto, per rimanergli fedele. Anche a tavola la regina è la semplicità. Pochi ingredienti dai sapori decisi, che giocano in una magistrale combinazione di contrasti tra sapori, consistenze e temperature. Piatti proiettati in verticale dove rimane essenziale portare in bocca, a ogni assaggio, tutte le componenti presenti e perfettamente bilanciate. Ogni uscita ha un significato e uno stile a sé stante e dopo un “concentrato” di Carota, la Seppia e dragoncello e il Sedano rapa con nocciola e cardamomo, tutti ottimi, l’Ostrica e cicoria è però il primo vero capolavoro. Un vegetale dalla spinta spinta amara molto forte, ma non fine a sé stessa, capace anzi di esaltare la sapidità di un’ostrica straordinaria, allungandone la piacevole persistenza. La costina di agnello con maionese di patate e la Pancetta e finocchietto, serviti non in successione, sono una riconoscibile espressione autentica del territorio, mentre il Cocomero e pomodoro è la seconda vera esplosione di gusto. Sovrapposti tono su tono, stravolgono l’assonanza cromatica per differenti consistenze e temperature e se mentre nella dolcezza trovano un equilibrato punto d’incontro, l’acidità bilanciata del pomodoro amplifica la freschezza del cocomero. La Trota, mandorla e alloro, ha un impatto delicato che gioca sulle note latenti delle materie prime e suoi sapori terziari dell’insieme. Gli spaghetti freddi con peperone, capperi e olive, sono l’unico primo piatto del percorso ed è un peccato, mentre l’Anatra fredda con acqua affumicata conquista per quel misto di armonia tra sapori intensi, note ruffiane e cotture perfette. L’Aspretto di pomodoro conclude degnamente il percorso salato insieme a una Melanzana arrosto con caramello di pesca. Mela e yogurt a parte, che risultano un buon reset per il palato, ci si aspetterebbe qualcosa di più dai dolci. Qui, se da una parte viene seguita la logica della semplicità con frutta compressa, infuso di limone, caramello, caffè e pepe, dall’altra potrebbe non essere una chiusura all’altezza dell’intensità di quanto mangiato prima. Per fortuna, per chi pernotta, la colazione del giorno dopo è un trionfo indimenticabile.
Vera icona del menu, la quindicesima portata ma non in ordine di uscita, è il Pane. Una pagnottina da mangiare con le mani che non può essere raccontata, ma che sempre soggiornando ti viene donata alla ripartenza. Il simbolo non solo di una filosofia personale o professionale, ma del cibo in senso assoluto.
La carta dei vini conta 450 etichette e circa 45mila bottiglie in cantina, lasciarsi guidare dal Sommelier è un’altra esperienza nell’esperienza. Opzionabile il wine pairing (€ 100,00).
Nell’insieme, lasciarsi conquistare dalla pace del posto e dalla sua innata eleganza, è il vero valore aggiunto di un luogo che vale la pena vivere anche solo di passaggio. La cena rappresenta invece una scelta di valore, dell’assoluto valore indiscreto che Niko e sua sorella Cristiana trasmettono con gentilezza, tecnica e passione.