Il 6 aprile di ogni anno, gli amanti della cucina italiana celebrano uno dei piatti più iconici e amati al mondo: la carbonara. Ma mentre la ricetta originale richiede pochi ingredienti, c’è un dettaglio che spesso suscita dibattito tra gli appassionati di cucina: qual è il formato di pasta più adatto?
La carbonara è uno dei piatti più amati della cucina romana e italiana ed, infatti, il 6 aprile di ogni anno si festeggia il Carbonara Day! Questo evento è stato ideato nel 2017 da Unione Italiana Food e International Pasta Organization. Ma se la ricetta originale richiede pochi ingredienti – uova fresche, pecorino romano DOP, guanciale e pepe nero – c’è una questione che non trova pace: quale tipo di pasta è più adatto per la carbonara?
Le regole sono regole
Per la carbonara esistono alcune regole fondamentali. Innanzitutto, non va usato né aglio né cipolla. È obbligatorio utilizzare il guanciale e non la pancetta ed il formaggio non può non essere che del buon Pecorino Romano DOP. Delicata è anche la cottura delle uova, bisogna far attenzione a non farle cuocere troppo e non far diventare il piatto con dei pezzettini di frittata al suo interno. La carbonara deve essere cremosa e saporita con l’aggiunta di pepe nero.
Spaghetti alla carbonara: un’istituzione
La tradizione vuole che la carbonara sia tradizionalmente servita con spaghetti, il formato più performante per questa ricetta. Ad ogni forchettata, gli spaghetti permettono a tutto il condimento di amalgamarsi alla perfezione, ottenendo una mantecatura perfetta. La cremina sembra, quindi, creare un tutt’uno con la pasta che diventa super gustosa!
L’alternativa degli spaghetti, possono essere sia i tonnarelli (più spessi e di forma quadrangolare) che i bucatini (più spessi e con il caratteristico buco centrale) anche se la tradizione vuole che questi siano rispettivamente i formati di pasta per la cacio e pepe e per l’amatriciana. C’è anche ci osa anche i vermicelli o uno spaghetto quadrato, specie se siamo in Abruzzo.
La carbonara con la pasta corta
Alcuni formati corti sono particolarmente adatti per catturare la “carbo-crema” e assicurare un perfetto connubio tra pasta e condimento. Perfetti sono le mezze maniche o i rigatoni poiché trattengono meglio il condimento grazie alle scanalature presenti sulla superficie. Inoltre, la loro forma permette al guanciale di inserirsi all’interno del formato garantendo anche una croccantezza unica. Questa scelta è particolarmente gradita a coloro che desiderano una versione più corposa e ricca del piatto!
Anche le penne si prestano bene, ovviamente rigate sempre per l’azione di trattenimento della crema. Altre versioni di pasta corta, per delle rivisitazioni di carbonara, le abbiamo con le farfalle o i fusilli, ma anche con le orecchiette trovate in un ristorante a Viterbo. Qualsiasi pasta usiate l’importante è la cottura al dente, una regola aurea della cucina italiana.
Da evitare invece la pasta all’uovo e gli gnocchi che tendono ad appesantire ancora di più il piatto. A meno che non siano gnocchi, ravioli e pasta farcita con dentro un cuore di carbonara, scomposta e ricomposta in questo caso.
E il riso?
E c’è poi chi si diletta con il risotto alla carbonara. Potrebbe sembrare un’eresia e magari per i puristi lo è, ma se abbiamo voglia di mangiare la carbonara in modalità diversa anche questa versione può avere il suo interesse. Si usa riso Carnaroli che viene portato a cottura con il brodo bollente e infine condito con una crema a base di tuorli e pecorino grattugiato. Il risultato finale è una pietanza bella cremosa, esaltata dalla nota sapida e croccante del guanciale tostato, che richiama la celebre pasta. Ancora meglio se usiamo il riso per un supplì alla carbonara, che siamo sicuri mette tutti d’accordo.