Se pensiamo alla lavanda ne sentiamo subito il profumo, ne vediamo il colore e pensiamo alle distese viola della Provenza. Ma non tutta la lavanda parla francese, anche in Italia abbiamo degli stupendi campi di lavanda e tra questi c’è anche quello di Campotenese in Calabria.
Se la Provenza rimane sicuramente la meta più gettonata in Europa, anche nel profondo sud dell’Italia abbiamo una piccola oasi viola. Si trova tra Campotenese e Morano Calabro, in un’area immersa tra le vette più alte del Parco Nazionale del Pollino, l’area naturalistica più grande d’Italia e Geoparco Unesco. Arrivarci è semplice, se viaggiate in macchina direzione Sud, basta prendere l’uscita Campotenese dell’Autostrada Sa-Rc, il Parco della Lavanda si trova in Contrada Barbalonga località Campotenese, Morano Calabro, in provincia di Cosenza.
Parco della Lavanda e la Loricanda
Appena arrivati alla vista si apre una distesa verde e viola e un profumo avvolgente che vi inebria da subito. Qui tutto si tinge di viola, come se i fiori di lavanda regalassero colore agli oggetti intorno. Sono tre ettari complessivi in cui trovare diverse tipologie di lavanda ed erbe aromatiche. Una bellissima realtà nata dall’idea di Selene Rocco che dal 2007, con il supporto della famiglia, ha avviato questo progetto di rinascita della lavanda selvatica del Pollino che rischiava di scomparire. L’idea iniziale era quella della salvaguardia della Loricanda, la varietà autoctona di lavanda, ritovata casualmente e il cui nome si ispira al pino loricato, albero monumentale simbolo del Parco Nazionale del Pollino. Una tipologia di una lavanda endemica del posto, che cresce spontanea tra i 900 e i 1.700 metri di altezza con proprietà antibatteriche e antimicotiche eccezionali.
Da quanto racconta Selene: “da una ricerca fatta tra gli anziani del posto, è emerso che fino a metà del secolo scorso, la raccolta della lavanda spontanea era fonte di reddito per le popolazioni locali. In particolare le contrade ‘Colice’ e la ‘tenuta della principessa’ fino alla contrada ‘Campiglione’, la contrada ‘Barbalonga’ fino a ‘Campizzo’ erano particolarmente ricche di lavanda. Qui veniva raccolta con la falce e portata presso una fontana nei pressi della contrada ‘Laccata’ dove in parte veniva ‘cotta’ (distillata) e in parte venduta direttamente all’industria farmaceutica Carlo Erba di Genova. In seguito alle opere di rimboschimento, fatte negli anni 50-60, gran parte della lavanda spontanea è scomparsa. Da qui l’idea di coltivare in pieno campo questa varietà spontanea”.
Il giardino tematico, attività, laboratori e specie
Il suo Giardino di Lavanda prende vita proprio da queste prime piante selezionate e coltivate nei terreni di famiglia. Nel tempo il giardino è diventato un un orto botanico a tutti gli effetti con circa 70 varietà recuperate in giro per l’Europa. Ad affiancare le piante di lavanda ci sono timo, salvia, rosmarino, menta e tante altre piante aromatiche.
Da questa intuizione nasce il “Parco della lavanda”, che si propone come un modello riproducibile a tutela di questa pianta e della biodiversità dell’intero territorio. È proprio questo l’obiettivo aziendale: diffondere la coltura della lavanda per far riqualificare gli ambienti rurali montani o marginali dove si rischia il degrado ambientale e l’abbandono o dove l’agricoltura convenzionale non è redditizia. Ovviamente seguendo una coltivazione sostenibile e biologica considerato il fatto che la lavanda ha proprietà antisettiche, in montagna è particolarmente indenne da parassiti e non richiede interventi con antiparassitari.
In questo giardino tematico è possibile fare delle visite guidate per conoscere la storia non solo delle piante autoctone, ma della lavanda in genere, le differenze tra fiore e fiore, i diversi utilizzi, i diversi colori che vanno dal bianc al lilla al viola più intenso, fino alla trasformazione e all’utilizzo in cucina che se ne può fare. Visite, che ci piace sottolineare, sono del tutto gratuite e possono essere fatte ogni giorno dell’anno, ovviamente il periodo ideale è quello che va dal 30 giugno al 10 agosto che è quello della massima fioritura.
Ma cosa si produce poi con la lavanda? Trasformare la lavanda non è proprio un’attività di nicchia come si crede. Da questi fiori, e non solo, si possono ottenere centinaia di prodotti: cosmetici, alimentari, erboristici e ornamentali. Tutti prodotti che si trasformano nel laboratorio interno del campo e che si possono acquistare nel piccolo store: olio essenziale distillato in azienda, l’acqua di lavanda, lo sgranato (il fiore secco), le candele artigianali, il sapone, i gessi e una crema biologica idratante realizzata con l’olio di lavanda e anche il mielei di lavanda, prodotto dalle api le cui arnie vengono poste nel campo nel periodo di fioritura.
Una visita che vale la pena fare, per poi dedicarsi alla scoperta dei borghi dei dintorni, delle montagne e delle sue attività. Proprio a pochi chilometri da qui si trova Morano Calabro, uno dei borghi più belli d’Italia secondo la classifica dell’ANCI, con il suo castello normanno, le stradine quasi labirintiche e le sue case arroccate lungo la montagna che viste da lontano e di notte regala l’idea di un presepe.
Tutte le info su parcodellalavanda.it