Chi non conosce il Vecchio Amaro del Capo? Prodotto simbolo non solo di una regione, ma di un’azienda, Caffo Antica Distilleria, che ha costruito la sua fama commerciale e oggi anche di brand su questo liquore amata da tutti. Il Gruppo Caffo produce e distribuisce alcolici dal 1915 e si compone di varie distillerie: la storica e più antica con sede a Limbadi in provincia di Vibo Valentia e l’unica distilleria in tutta la Calabria, fiore all’occhiello del gruppo tanto da aggiudicarsi il premio come Miglior Distilleria Italiana 2019 all’Annual Berlin International Spirits Competition, e poi la Distilleria Friulia e Mangilli entrambe in provincia di Udine.
Alla conquista del mercato internazionale
A quanto pare, e i fatti lo confermano, il 2020 è l’anno del Gruppo Caffo 1915, che nell’arco di qualche mese ha portato a termine due importanti acquisizioni nel settore degli alcolici. Ad aprile c’è stato l’acquisto dello storico marchio PetrusBoonekamp, che entra a far parte della gamma di prodotti Caffo mentre all’inizio di giugno 2020 la società calabrese mette a segno un altro colpo grosso con l’acquisizione del marchio storico Ferro China Bisleri. E non dimentichiamo l’acquisizione di Elisir Borsci San Marzano nel 2013, che nell’arco di questi anni è tornato in auge nei consumi, grazie al rilancio studiato proprio da parte del Gruppo Caffo 1915.
Operazioni di successo che portano ad un ampliamento importante del Gruppo Caffo 1915, non solo da un punto di vista produttivo, ma di conquista del mercato nazionale ed estero. Una diversificazione di prodotti che abbraccia gusti e abitudini di consumo altrettanto diversificate come conferma lo stesso Sebastiano Caffo vicepresidente e AD per spiegare l’obiettivo dell’operazione: “Queste acquisizioni fanno parte di un più ampio progetto di crescita per linee esterne, diversificazione e di internazionalizzazione del gruppo”.
Petrus e il nord Europa
Di Petrus dice: “E’ il più antico tra gli amari in commercio (1777), da considerare il padre di tutti gli amari. Essendo noi leader in Italia nella categoria, abbiamo intuito subito le potenzialità di questo prodotto apprezzato dai consumatori che scelgono i cosiddetti ‘amarissimi’ e che non è quindi in concorrenza diretta con Vecchio Amaro del Capo, il nostro brand principale”.
Già di proprietà di Gio.Buton azienda storica bolognese nel settore alcolici, per poi passare al Gruppo Cinzano e successivamente all’inglese Guinness poi confluita nella multinazionale Diageo ora Petrus è passata a pieno titolo al noto gruppo del beverage di qualità, che ne organizzerà nei prossimi mesi il grande rilancio in Italia e nel mondo. Il piano di rilancio di Petrus prevede la riorganizzazione e il potenziamento della presenza dell’amaro all’estero, partendo dai mercati più interessanti come il nord Europa, in particolare l’Olanda, Paese d’origine di Petrus, e i Paesi vicini storicamente interessati al consumo di questa tipologia di amari.
La storia di Petrus
L’amaro Petrus nasce in Olanda nel 1777, all’epoca delle rotte commerciali con le Indie e l’Oriente. Le merci trattate riguardavano spezie, aromi, piante medicinali, erbe officinali e proprio da una selezione di queste erbe, PetrusBoonekamp, liquorista olandese, ricavò un infuso amarissimo che, bevuto dopo i pasti, ne rendeva agevole la digestione. Petrus è un amaro dal gusto ricco, l’amarissimo per antonomasia perché privo di zucchero tra gli ingredienti. Un plus che lo rende unico nella ricetta e nel sapore. È ‘L’amarissimo che fa benissimo’, come recitava il suo famosissimo claim negli anni ’70 e rappresenta nella storia dei liquori il padre di tutti gli amari, l’antesignano di una tradizione di distillati alle erbe di cui il Gruppo Caffo 1915 si sente a tutti gli effetti l’erede. Lo stesso Giuseppe Caffo dice: “Quando ero molto giovane, l’amaro Petrus era un punto di riferimento in quanto all’apice del suo successo in Italia. Un successo così clamoroso che per lanciare Vecchio Amaro del Capo avevo inventato una sorta di pubblicità “comparativa” che iniziava proprio, con “Non è olandese …”. a quei tempi, mai avrei immaginato che un giorno sarebbe entrato a far parte del nostro gruppo aziendale!”
Il rilancio di Ferro China Bisleri
Stesso destino di rilancio internazionale per la new entry Ferro China Bisleri, nota specialità a base di ferro e corteccia china, dapprima di proprietà Cinzano che la deteneva dagli anni Ottanta, poi confluita insieme ad un ampio portafoglio di marchi in Diageo, la multinazionale che ora l’ha ceduta a Gruppo Caffo 1915. Continua Sebastiano Caffo: “Per molti anni, Ferro China Bisleri è rimasta quiescente nel portafoglio di Diageo che non ha mai puntato al suo rilancio, fino ad arrivare a cessarne la distribuzione. E qui siamo intervenuti noi con il nostro gruppo sempre nell’ottica di un’operazione di rilancio di brand storici italiani, ma anche di tutela, come già fatto in precedenza con l’Elisir Borsci S. Marzano”.
“Noi che siamo nati in questo settore, conosciamo bene la potenzialità del marchio Bisleri. Questa acquisizione rappresenta una grande conquista sia per il suo glorioso passato che per la sua storicità. Dal 1881, ha attraversato con gli italiani guerre, epidemie, carestie e viaggiato con i nostri emigrati in ogni angolo del mondo”, racconta Giuseppe Caffo, Presidente di Gruppo Caffo 1915.
Gruppo Caffo 1915 si appropria, dunque, dei grandi marchi storici della liquoristica italiana, operazioni commerciali che implicano anche una scelta di grande responsabilità e di valorizzazione della storicità e del valore di questi prodotti.
Ci raccontano, infatti, i titolari: “Ferro China Bisleri, nasce all’epoca come innovazione ed è divenuto parte della nostra tradizione. Il nostro primo obiettivo sarà riposizionarlo con la sua identità originaria, a metà tra la galenica e la liquoristica; su questo presupposto, abbiamo costituito una nuova società che si occuperà anche di sviluppare nuove specialità e la prima diversificazione è già allo studio.”
La storia di Ferro China Bisleri
Ferro China Bisleri vanta, infatti, una grande storicità e memorabilità del marchio, un potenziale che non è passato inosservato alla famiglia Caffo che ha fatto di tutto per riportare ‘a casa’ un’icona del Made in Italy, alla quale puntava da anni.
Fu inventata da Felice Bisleri, un garibaldino con la passione per la chimica, l’erboristeria e i liquori che nel 1881 riesce a portare sul mercato, prima italiano e poi mondiale, il suo prodotto riconosciuto da tutti per le virtù ricostituenti e salutari, tanto da essere ‘prescritto’ dai medici di famiglia come corroborante. Utilizzato nelle case degli italiani come cura per l’astenia, la debolezza, come ricostituente dopo le malattie e persino come rimedio per il corpo durante le epidemie di malaria e di colera. Questo perché il suo ingrediente principale era il ferro e poi era cosa risaputa che dalla China (altro suo elemento base) si estrae il chinino usato per curare per la malaria. E pare siano numerose le testimonianze storiche che ne confermano il successo nel mondo, ovunque erano presenti comunità di emigrati italiani. Egli anni è stato imitato, specialmente nel periodo di oblio, da liquori che si riproponevano con la sua stessa formula, ma l’etichetta Bisleri ha avuto sempre dalla sua l’affetto dei consumatori, rimasti legati al prodotto anche grazie a una prima campagna di marketing che recitava “Volete la salute?” legandola all’immagine di un leone ruggente, che ne ha segnato positivamente l’impatto e che si è protratta negli anni.
Prendendo spunto dalla sua storia e dalle sue stesse caratteristiche intrinseche si pensa anche di far tornare il marchio in farmacia, oltre che attivare una rete commerciale capillare su tutto il territorio per dare il giusto posto nel mercato. La bottiglia sarà sempre la stessa,originaria del 1881, leggermente rivista con un restyling che manterrà tutto il fascino della sua storia.
La ricetta originale
L’infuso, già in lavorazione negli stabilimenti Caffo, sarà proposto secondo la ricetta originale con una gradazione alcolica di 21 gradi, seguendo per intero e nei dettagli la ricetta storica manoscritta da Felice Bisleri il cui originale è stato ritrovato grazie alla collaborazione di un suo discendente diretto. Una formula segreta che prevede infusi tutti naturali di erbe rare, erbe benefiche e gradevoli, dalle proprietà digestive e dei due ingredienti principali: la corteccia di china calissaya e il citrato di ferro.
Inoltre, in virtù delle sue caratteristiche, Ferro China Bisleri sarà proposta anche in mixology e come vero aperitivo e certamente anche in ristorazione come digestivo.
Con queste due operazioni il Gruppo Caffo si conferma come l’azienda specialista dell’amaro ora non solo italiano, ma anche europeo. Tappe importanti nel percorso di crescita che dimostra come forte sia la volontà di conservare e valorizzare il patrimonio dei migliori spirits italiani e del mondo.