Il caffè più antico del mondo si trova in Italia: la storia del Caffè Florian

Esistono luoghi che riescono a preservare la propria identità culturale e architettonica nel corso dei secoli. Si contano sulle dita di una mano, per questo sono conosciuti in tutto il mondo. Tra tutti ne spicca uno, proprio in Italia: il Caffè Florian di Venezia.

Inaugurato il 29 dicembre 1720, il Caffè Florian di Venezia non solo risulta essere il più antico caffè in Italia, ma addirittura in tutto il mondo. Il progetto di Floriano Francesconi prevedeva la realizzazione di un luogo di ritrovo in cui la popolazione potesse ritagliarsi attimi di evasione dalla vita politica cittadina e, perché no, anche di quella familiare a casa. Con il tempo questo locale ha saputo mantenere fede alle proprie promesse, ampliando anche la portata delle sue funzioni. Oggi si respira tutta questa storia e si può rivivere l’esperienza veneziana senza tempo.

La storia del Caffè Florian di Venezia

Caffè Florian non era il nome originale che Francesconi aveva pensato per il locale. Alla Venezia Trionfante, così il primo battesimo, venne presto sostituito un più pratico “andiamo al Florian” dagli avventori stessi. Sono passati tre secoli ma non è mutata l’aria che si respira e che ha condensato lo sfarzo e la caduta della Serenissima, la Repubblica di Venezia. Il Florian ha ospitato tra le sue mura momenti storici di estrema importanza, come le cospirazioni segrete dei sovvertisti alla politica francese e austriaca, ma anche la conversione a ospedale improvvisato per curare i feriti durante i moti del 1848. Il Caffè non si è mai fermato, neanche durante le guerre, proprio a rimarcare il concetto di voler essere un luogo fuori dallo spazio e dal tempo, dove trovare rifugio e ristoro. La clientela non contava solamente ribelli, strateghi e soldati; al Florian si sedevano anche personalità di spicco. Ambasciatori, letterati, artisti erano soliti accomodarsi accanto stelle del teatro e, più recentemente, del cinema.

Andemo da Florian, un inno che riecheggia ancora oggi

Un motto che ha animato per anni questo locale veneziano e che ancora oggi suona così familiare da far ricordare l’influenza di Francesco Floriani in quell’epoca. Un personaggio che ha ispirato anche Carlo Goldoni, trovando posto come Ridolfo nella Bottega del Caffè. Sono molti gli aspetti che rendono il Caffè Florian un luogo unico al mondo. Un esempio sono le divise del personale. Lo chef de rang indossa un farfallino nero, i due demi-chef lo portano, invece, grigio, infine i commis bianco. I camerieri vestono una giacca bianca al mattino, mentre al pomeriggio una giacca nera. Un modo per scandire i momenti della giornata e per ricordare il lusso che qui si ammira in ogni angolo. Un altro modo è sicuramente l’esperienza gastronomica. spesso ci si stupisce dei costi esorbitanti della carta del Florian dove la Colazione di Casanova raggiunge i 55€ e un caffè i 7€, ma si sa, lo sfarzo ha il suo prezzo.

L’architettura del Locale Storico d’Italia

Visto il grande successo che ha accompagnato fin da subito l’attività del Caffè Florian, il proprietario si è visto costretto ad ampliare nel 1750 la struttura acquistando due nuove stanze, la Sala Orientale e quella del Senato. Subito dopo i moti del ’58 il Caffè subì un restauro ad opera di Ludovico Cadorin. Fu questo il momento di svolta per il Florian. Il progetto di Cadorin è la trasformazione dalla banalità al lusso di pitture decorative, tavolini in marmo, intagli in legno e reggilume a gas scultorei. La Sala Cinese è un elogio allo stile pompadour, mentre la Sala del Senato è un inno allo sfarzo con cicli di quadri e pannelli dedicati alle Arti e ai Mestieri. A fine ‘800 il Caffè si amplia di nuovo con la Sala delle Stagioni e quella degli Uomini Illustri, raffigurante le personalità di spicco dell’ambiente veneziano. L’ultima aggiunta è la Sala Liberty, ciliegina sulla torta di un’eccellenza completamente italiana.

Il Monastero di Cortona, Hotel & Spa, un gioiello nella Valdichiana tutto da scoprire