Meglio conosciuto come Caffè di lupini di Anterivo, questo caffè è una specie insolita, antica che è ritornata attuale da quando è stato riscoperto di recente. Vi raccontiamo storia e produzione.
Caffè di Anterivo, una storia lunga oltre un secolo
Il “Caffè di Anterivo” è stato nominato per iscritto la prima volta dall’arcivescovo Johann Baptist Zwerger di Seckau, Graz, originario appunto di Anterivo, egli svolse il suo ministero episcopale a Graz-Seckau. Nella sua biografia pubblicata nel 1897, nel capitolo dedicato alla gioventù del vescovo, l’autore della biografia, il cappellano vescovile, Franz Freiherr von Oer, scrive a proposito della località di Anterivo: “Nonostante la scarsità di terreno e di humus che ricoprono le rocce di porfido, crescono pressoché tutti i tipi di cereali e patate, nonché il tanto rinomato cavolo cappuccio; si coltiva anche un tipo di lupino dai fiori blu, noto nella zona come “Caffè di Anterivo” che permette persino ai più poveri di realizzare un piccolo guadagno.”
Dalle parole del cappellano non ci é dato di sapere se questa descrizione sia frutto di osservazione propria o se si tratti piuttosto della trascrizione di osservazioni pronunciate oralmente dal vescovo Johann Zwerger. La citazione é comunque interessante sotto un triplice aspetto: in primo luogo documenta che la coltivazione di questo tipo di lupino vanta ad Anterivo una tradizione ultracentenaria, in secondo luogo attesta la denominazione storica di “Caffé di Anterivo”, in lingua tedesca “Altreier Kaffee”. Infine il riferimento ad un’antica commercializzazione del caffè pare confermare che esso non veniva coltivato solo per uso privato, ma anche in più ampia scala. In un contributo sulla biografia del vescovo Zwerger pubblicato nell’anno 1928, si legge un’altra descrizione del paesaggio e del quadro urbanistico di Anterivo. L’autrice, Maria Veronika Rubatscher, scrive infatti: “Tra i prati ed i campi poveri d’acqua, dove gli abitanti di Anterivo coltivano il loro “caffè“ amaro, cavoli, patate e cereali, piccole casette dai grandi granai paiono affondare nella campagna ondulata”. Questa citazione fornisce informazioni sul sapore del “Caffè di Anterivo”, che la Sig.ra Rubatscher non esita a definire amaro. Fatte salve queste brevi citazioni non sono emersi finora altri documenti scritti che possano testimoniare la storia del Caffè di Anterivo ed il suo utilizzo.
Un tempo, infatti, essendo il caffè inaccessibile per gran parte della popolazione alpina, per gustare una bevanda calda e corroborante si ricorreva alla tostatura di veri e propri “surrogati” come ad esempio, i semi del lupino. Del caffè di lupini non si conosce l’origine precisa, ma è pur vero che proprio nel comune di Anterivo, un villaggio di 400 anime a 1200 metri di altitudine in provincia di Bolzano, le famiglie contadine da secoli coltivano la leguminosa del lupino e da questi semi, ricavano una bevanda leggera e dall’aroma tostato che ricorda il caffè.
La storia recente del Caffè di Anterivo
Fino negli anni ’60 il “Caffè di Anterivo” è stato utilizzato come surrogato del caffè e poi rimpiazzato dal caffè classico che tutti noi conosciamo. Alcuni abitanti di Anterivo hanno continuato a coltivare la pianta conservando i suoi semi, perciò intorno ai primi anni del 21° secolo il Lupino di Anterivo è stato riscoperto e nuovamente coltivato. Sebbene la storia delle origini del caffè di lupini non sia nota, quella della sua riscoperta si deve tutta alla coltivatrice Theresa Werth.
Tutto è accaduto quando nel 1999 la studentessa di agraria Andrea Heistinger andò a farle visita per dedicarle un capitolo nella sua tesi finale. Theresa le mostrò tutti i semi che coltivava in quel periodo ereditati da sua madre e sua nonna e tra questi c’erano tre chicchi di caffè “insoliti”. Dopo aver sottoposto i semi a un botanico, Heistinger scoprì di essere di fronte a una vera e propria “rarità botanica” che probabilmente sarebbe andata persa se la Werth non avesse continuato la tradizione della sua famiglia. Da quel momento le due donne hanno raccolto abbastanza semi da poterli condividere con tutte le persone che desiderassero coltivare il lupinus pilosus dando vita a un progetto di recupero dell’antica coltivazione di lupino su tutto il territorio.
Che cos’è il Caffè di Anterivo
Come è già stato accennato il tipo di lupino “Caffè di Anterivo” appartiene alla specie botanica Lupinus pilosus Murr18. In Tedesco comunemente definita “Behaarte Lupine” (letteralm. “lupino villoso”) e originaria del Mediterraneo orientale. Il catalogo Mansfeld delle piante coltivate, curato dalla Banca genetica di Gatersleben in Germania, riporta tra le annotazioni che i semi della specie Lupinus cosentinii, strettamente imparentata con il Lupinus pilosus, venivano utilizzati in Tirolo per preparare una bevanda succedanea del caffè: In alcuni ambienti la pianta veniva coltivata a scopo ornamentale, in Tirolo anche per raccoglierne i semi, che come quelli di altri lupini, erano utilizzati come surrogato del caffè.
Il Lupinus pilosus è una pianta annuale che può raggiungere anche i 120 cm, presenta una robusta radice mentre la corolla dei fiori è di un blu luminoso punteggiata da piccole macchioline giallo-bianche o anche rosa; i semi invece, contenuti in numero da 2 a 4 in baccelli ricoperti da una morbida peluria, presentano una superficie ruvida di colore screziato tra il marrone chiaro e il marrone scuro. Dopo la fecondazione dei fiori ecco che si formano i legumi, i cosiddetti lupini che, una volta cotti, si consumano tradizionalmente come snack sfizioso ed energetico.
Da un punto di vista botanico il lupino di Anterivo rappresenta una varietà a sé stante e ancora oggi la sua origine in quelle zone rimane un mistero e sembra che il tentativo di farlo crescere altrove, sia stato fallimentare.
Questo caffè ricco di proteine e di acidi grassi come omega3 e omega 6, si distingue dal tradizionale caffè per il sapore speziato e il vago profumo di cacao e nocciola anche se la nota predominante è quella tostata. Naturalmente privo di caffeina e senza glutine, in passato veniva somministrato al bestiame per le sue proprietà curative in grado di abbassare la glicemia.
Come si utilizza e che sapore ha
Per prepararlo si può utilizzare la classica moka ma anche la french press, una brocca in vetro con un filtro a pressione utile anche per tè e infusi. Quest’ultima è la modalità più utilizzata. Il tempo di infusione è simile a quello del caffè classico, quindi fra 2 e 5 minuti circa, anche a seconda del sapore più o meno intenso che si vuole ottenere. L’assenza della nota molto amara lo rende ottimo anche senza dolcificanti ma nulla impedisce di aggiungerne. L’infuso può essere fatto anche nel latte vegetale con le stesse modalità e viene utilizzato per torte, muffin o frolle aromatizzate, esattamente come per il caffè classico, in Baviera invece alcuni pasticceri lo usano per aromatizzare i cioccolatini.
Non è facilissimo da acquistare nei negozi se non nella zona altoatesina, il modo più semplice è acquistarlo online. Dal 2005 i soci dell’associazione dei coltivatori mantengono la cultura della coltivazione, la tostatura e la commercializzazione del “caffè di Anterivo”. Questo avviene in una rete di collaborazione tra coltivatori, il Comune, il turismo, l’economia e le associazioni del paese.