Nella cultura alimentare italiana e in generale in quella mediterranea, esistono numerosi alimenti che i consumatori non considerano perché non appartenenti a ciò che è tipico delle nostre dispense.
Spesso influenzati da programmi tv, dall’abitudine o da un generale rifiuto per ciò che non fa parte del proprio quotidiano, nell’alimentazione come nella vita si può arrivare a privarsi di cose da cui in realtà potremmo trarre più di qualche beneficio.
La cultura alimentare statunitense
La cultura alimentare statunitense in particolare è vista come un pessimo esempio per quanto riguarda la salute e il benessere connessi al cibo. Il nostro compito non è certo arrivare a negare determinate realtà che tutt’oggi sussistono oltreoceano. Interessante può essere invece discutere di alcuni alimenti tipicamente appartenenti alle dispense americane, che hanno dimostrato di avere diversi benefici nutrizionali.
Tra questi c’è il burro di arachidi. Quante volte abbiamo visto in tv americani abbuffarsene.
Quindi? Dovremmo seguire il loro esempio? No, di certo. Ma ci sono diverse proprietà nutrizionali che è opportuno approfondire.
Il burro di arachidi
Innanzitutto, va detto che è un alimento classificabile come fonte di grassi, per circa il 50% del suo contenuto. Se ne deduce che il potere calorico è piuttosto elevato, perciò le quantità di consumo consigliate non saranno troppo elevate, bensì contenute.
E allora non vale la pena mangiarlo, è ricco di calorie come tutte le altre fonti di lipidi, giusto? La risposta è no, perché i grassi presenti in natura non sono tutti uguali, specialmente se si confrontano quelli che derivano da organismi animali e quelli che invece vengono prodotti a partire da vegetali, come appunto le arachidi.
I grassi animali, come quelli che si trovano nel burro, nel latte, nei formaggi, nella carne di manzo o di maiale sono prevalentemente saturi. Invece, quelli provenienti da vegetali come avocado, olio di oliva e frutta secca come arachidi, nocciole e noci, sono per lo più insaturi.
La differenza riguarda la composizione chimica della molecola di grasso, in particolare i legami tra gli atomi che la compongono.
Le differenze tra le due tipologie di lipidi
Ma non è questo dettaglio scientifico che andrà a giustificare l’acquisto di burro di arachidi da parte di un consumatore. Ciò che interessa è il differente effetto che queste due tipologie di lipidi hanno sull’organismo.
È noto infatti che i grassi saturi siano più difficili da immagazzinare per il nostro organismo e possono quindi provocare accumuli di grasso molto pericolosi per il sistema cardiovascolare. Al contrario degli insaturi, che invece il corpo non ha problemi ad assimilare. È per questo che in generale, nel contesto di un’alimentazione sana, andrebbero sempre preferiti, per quanto possibile, le fonti di grassi vegetali a discapito di quelle animali.
Il burro di arachidi oltre ad essere un’ottima fonte di grassi è anche molto ricco di proteine, che lo rendono ideale al consumo di chi segue diete sportive.
È inoltre importante il suo contenuto di vitamine e sali minerali, in generale presenti nelle arachidi, tra cui vitamina B3, B5, B9, zinco, magnesio e piccole percentuali di potassio.
Arrivati a questo punto tutte le caratteristiche nutrizionali sopracitate potrebbero bastare a portare un consumatore non molto esperto ad acquistare del burro di arachidi e introdurlo nella propria alimentazione.
Una precisazione utile
È opportuno però fare un’altra precisazione, che risulta forse ancora più importante degli altri parametri.
Nel commercio sono ormai presenti da anni diversi di tipi di burro di arachidi, specialmente nella grande distribuzione. Molti però sono ricchi di zuccheri aggiunti e di grassi idrogenati, il che li rende tutt’altro che salutari.
La scelta più giusta, sempre da un punto di vista nutrizionale, che il consumatore può fare è scegliere quelli ottenuti da sole arachidi e privi di zuccheri aggiunti.
Come posso quindi riconoscerli? La cosa più facile è leggere sull’etichetta frasi come “senza zuccheri aggiunti” o “ottenuto da sole arachidi”. Ma è possibile anche leggere la tabella nutrizionale e controllare in percentuale le quantità di grassi e soprattutto di zuccheri presenti, che dovrebbero essere in assoluta minoranza rispetto a lipidi e proteine.