La guerra commerciale con la Ue, innescata dalla Brexit, colpisce duramente le esportazione dei prodotti italiani
Forte calo delle esportazioni di cibo e bevande italiane in Gran Bretagna. A segnare il passo sono gli effetti prevedibili della Brexit e della guerra commerciale innescata con l’Unione europea che nel 2021, per la prima volta da almeno un decennio, ha fatto calare l’acquisto di prodotti Made in Italy dell’1,3% in netta controtendenza al balzo fatto registrare dalle nostre eccellenze sul mercato mondiale (+12,1%).
A fotografare la situazione è la Coldiretti analizzando i dati Istat relativi ai primi otto mesi dell’anno in riferimento alla proposta della Commissione Ue nell’ambito del Protocollo Irlanda del Nord che porta a “una riduzione dell’80% dei controlli delle merci che arrivano dalla Gran Bretagna alle coste nordirlandesi”.
Brexit, la guerra commerciale
Una proposta oggetto di negoziato con la Gran Bretagna mentre – riferisce la Coldiretti – i rappresentanti di “Italia, Francia, Germania, Spagna e Paesi Bassi hanno incontrato in settimana il vicepresidente della Commissione europea, Maros Sefcovic, negoziatore post Brexit per l’Ue, per chiedergli di elaborare piani di emergenza per una possibile guerra commerciale, secondo il Financial Times che cita tra le opzioni la “limitazione dell’accesso del Regno Unito alle forniture energetiche Ue, l’imposizione di dazi sulle esportazioni britanniche” e, in “circostanze estreme, la risoluzione dell’accordo commerciale tra le due parti”.
Una negoziazione questa che per Colidiretti non deve mettere a repentaglio il sistema alimentare europeo e la certezza dei controlli: “La Gran Bretagna si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti. Dopo il vino, con il prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono i derivati del pomodoro, ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, salumi e dell’olio d’oliva”.
Pericolo Contraffazione
Per questo serve attenzione in quanto la proposta della Commissione che introduce eccezioni all’applicazione dei controlli su alcuni prodotti alimentari esportati dal Regno Unito verso l’Irlanda del Nord e delle disposizioni doganali post Brexit, secondo Coldiretti rischia di favorire l’arrivo nell’Unione Europea di cibi e bevande non conformi agli standard di sicurezza Ue come il pollo al cloro o la carne agli ormoni permessi in Nord America ma anche contraffazioni ed imitazioni dei prodotti alimentari tutelati, dal Parmigiano al Chianti: “Si tratta purtroppo di un rischio reale come dimostrano – sottolinea la Coldiretti – le vertenze Ue del passato nei confronti di Londra con i casi della vendita di falso Prosecco alla spina o in lattina fino ai kit per produrre in casa finti Barolo e Valpolicella o addirittura Parmigiano Reggiano. Senza controlli alle frontiere la Gran Bretagna potrebbe infatti diventare il cavallo di troia per l’arrivo del falso Made in Italy che nel mondo fattura 100 miliardi e che vede tra i maggiori contraffattori gli Usa, con i quali gli inglesi stanno negoziando un accordo commerciale, ma anche il Canada e l’Australia che fanno parte del Commonwealth”.