La scorsa settimana è venuto a mancare il papà della Brasilena, la bibita al caffè più bevuta in Calabria e dai calabresi e che conquista tutti quelli che l’assaggiano.
Per chi non ha mai avuto il piacere e l’occasione di berla, la Brasilena è una gassosa al caffè, prodotta a Girifalco, in provincia di Catanzaro, con un infuso di caffè appositamente torrefatto in acqua minerale Calabria, proprio la stessa che sgorga a Monte Covello, dove ha sede lo stabilimento, ingredienti naturali, senza conservanti ed ecosostenibile, in quanto fatta interamente con utilizzo di energia verde e confezionata in packaging di vetro.
Che vogliate definirla soft drink o molto più semplicemente gassosa al caffè, se chiedete a qualsiasi calabrese cosa sia per lui la Brasilena risponderà con convinzione: “in Calabria la Brasilena è come la Coca Cola nel mondo”. E possiamo assicurare che non c’è esagerazione di sorta e vi spieghiamo anche il perché.
La storia
La Brasilena compare sul mercato negli anni ’80 e fu fin da subito un successo. L’idea è di Salvatore Cristofaro, titolare dell’azienda Acqua Calabria, che da sempre imbottiglia e commercializza acqua minerale dalla sorgente locale. Dall’acqua alle bibite il passo è breve: gassosa, aranciata, limonata e fino ad arrivare alla Brasilena. Dissetante con la sua frizzantezza non esagerata, stuzzicante con la sua combinazione di aromi estratti dal caffè. E’ l’idea vincente, capace di cambiare le abitudini di consumo locale e di diventare un vero fenomeno sociale.
Come racconta Cesare Cristofaro, terza generazione al comando dell’azienda: “all’inizio era mio nonno Cesare a preparare nel suo emporio le bibite, le faceva in modo artigianale con le materie prime che aveva a disposizione nel suo negozio. E fu lui a lanciare a modo suo la Brasilena, o ciò che questa poteva diventare, con una prima originaria ricetta a base di caffè, che lui stesso tostava per poi ettere in infusione in acqua frizzante. Ne otteneva una bibita che i clienti apprezzavano e chiamava semplicemente “gazzosa al caffè”, la più innovativa e alternativa rispetto alle altre più conosciute”. Siamo tra gli anni ’30 e ’40 e per ufficializzare la cosa e registrare il marchio, battezzando questo soft drink con il nome Brasilena ci volle qualche anno. Dobbiamo, infatti, far passare la Seconda Guerra Mondiale e arrivare negli anni ’60 quando Salvatore Cristofaro apre la sua fabbrica specializzata nell’imbottigliamento di bevande e registrando il nome “Brasilena”.
Il successo della Brasilena
Oggi la Brasilena è un marchio quasi storico, un prodotto tutto made in sud inserito anche fra i PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale), un logo e un colore che non si dimenticano facilmente, un sapore inimitabile, che si dice frutto di una ricetta segreta. Questa bibita al caffè che vanta una storia di oltre mezzo secolo e da sempre è la bevanda più bevuta al Sud e orgoglio di tutti i calabresi. Attualmente ha un’ampia penetrazione nella regione, è infatti la bibita più venduta in Calabria, superando anche i numeri della Coca Cola stessa.
Ma se all’inizio il successo è limitato alla regione, poi comincia l’espansione nel meridione in generale, per poi varcare i confini non solo locali, ma anche nazionali. E se a molti potrebbe risultare introvabile, questo non significa che non abbia mercato, tuttaltro. La Brasilena arriva anche all’estero, arriva laddove c’è una comunità calabrese che la desidera: sparsa un po’ in tutta Italia, in Svizzera, Germania, Canada, USA, Paesi Bassi UK. La Brasilena nel mondo – come confida Cesare Cristofaro – “risponde al bisogno di colmare uno stato di nostalgia verso la propria terra, la famiglia e l’infanzia. Una bottiglia di brasilena per un calabrese è simbolo di casa, come un album di ricordi fatto di profumi e sapori di Calabria”.
Simbolo di identità
La Brasilena per i calabresi, che sono nati e cresciuti con questa bevanda, sarà sempre preferita a qualsiasi altro soft drink di turno. Rituale come un caffè, ideale in ogni momento della giornata, leggera e dissetante, la brasilena è molto di più di una semplice bevanda, è un’icona, sviluppando negli anni un rapporto di profonda identità con il territorio. Insomma la Brasilena è Calabria e di conseguenza diventa senso di appartenenza.
Si cresce in compagnia della brasilena, ogni calabrese ha nel frigo la sua scorta, si trova al bar e al supermercato, non manca mai nel famoso pacco da giù ed è il prodotto tipico che devi riportare a casa dopo le vacanze, come si fa con il peperoncino, le cipolle di Tropea o la ‘nduja.
Questo prodotto ha saputo innescare nel tempo un’economia di impresa che funziona ed è, fin dall’inizio, motore di un’economia locale. Il suo punto di forza è proprio il sentimento identitario, su questa leva parte la sua azione di marketing, e il mercato che si attiva intorno a questo prodotto risponde a una domanda forte e radicata, direttamente da chi la beve da sempre o da chi da turista ha avuto modo di fare la sua conoscenza e ne rimane colpito, perché si sa che una volta assaggiata non si scorda più.