Al pari del più celebre Fernet Branca, ma anche dell’Amaro Montenegro, della Sambuca Molinari, dell’Amaro Alpino Braulio, dell’Anima Nera e del limoncello, il Brancamenta rappresenta una delle più diffuse bevande spiritose di fine pasto e, più in generale, dell’intera liquoreria italiana.
Sebbene non sia particolarmente amante dei superalcolici, per il Brancamenta ho sempre fatto un’eccezione. Sarà il suo gusto particolare, l’insolito bicchiere nel quale viene servito ma, almeno per me – soprattutto d’estate – rappresenta la conclusione ideale di un pranzo o di una cena nei ristoranti che sono chiamato a testare in giro per l’Italia.
La storia: da Maria Callas al Brancamenta
Fu inventato agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso, quando sempre più donne interessate alla moda iniziarono a ordinare il Fernet con aggiunta di sciroppo di menta. Tutto iniziò con un aneddoto sorprendente: si racconta che Maria Callas – la celebre soprano greca – prima di esibirsi amasse bere un bicchierino di Fernet Branca “corretto” con qualche fogliolina di menta per rendere il gusto dell’amaro più fresco e delicato. Dal momento che la Callas era, tra gli anni ’60 e ’70, una vera e propria icona di stile – una sorta di influencer ante litteram verrebbe da dire – non sorprese che improvvisamente una grande quantità di giovani donne iniziò a ordinare questa bevanda aromatizzata alla menta.
Nel 1965, in pieno boom economico caratterizzato da grandi cambiamenti, spinti dal desiderio di novità anche in fatto di gusti e sapori la Fratelli Branca Distillerie di Milano decise di commercializzare una versione aromatizzata del suo Fernet Branca, un prodotto che poteva regalare ad ogni sorso un intenso brivido di piacere. La sua formula, composta da erbe e spezie, era arricchita con olio essenziale di menta piperita piemontese, la più pregiata al mondo. Nacque così Brancamenta – scritto in una sola parola – un liquore amaricante di alta qualità, naturale e particolarmente rinfrescante. Curiosamente sulle bottiglie comparve per motivi di spazio l’ortografia ‘BRANCA MENTA’ in stampatello e su due righe finendo, in questo modo, per affermarsi.
Poco dopo, il Brancamenta dovrà fare i conti con il “fratello maggiore” Fernet Branca, un liquore dalla personalità forte e amara. Come poteva una miscela di fernet e menta essere piacevole e dissetante? Il mercato si fece questa domanda e rispose con un insuccesso di vendite. Alla Branca non cambiarono prodotto, ma decisero di cambiare strategia di comunicazione. Fu il primo lavoro importante di Pier Paolo Cornieti, creativo di quelli veri che nel 1971 inventò il celebre spot televisivo con lo scalpello, il blocco di ghiaccio, la mano che lo scolpisce e, in sottofondo, la voce maschile che sussurra: “Brrr… Brancamenta”, probabilmente l’onomatopea più famosa della pubblicità italiana. Tanto bastò per connotare Brancamenta come bevanda alcolica che appaga la sete, l’unica che lascia un retrogusto fresco, un po’ come quando si mangia una caramella per la gola.
Che cos’è
Brancamenta è un liquore amaro di erbe che titola 28% vol. di gradazione alcolica. Si basa sulla ricetta segreta del tradizionale e più famoso Fernet Branca che comprende trenta diverse erbe e spezie, alle quali vengono aggiunte menta piperita e olio di mentolo. Come l’amaro originale, prima di venire imbottigliato matura per dodici mesi in grandi botti di rovere. Contrariamente alle prime pubblicità televisive di inizio anni ’70 dove appariva di un tonalità di verde scuro – forse per evocare il retrogusto di menta – alla vista si presenta di un bel marrone brillante con riflessi tendenti al color ebano.
Che sapore ha
Semplificando, verrebbe da dire che il gusto è quello di un amaro aromatizzato alla menta. Tuttavia, è molto più raffinato ed equilibrato che mescolare del Fernet Branca con uno sciroppo di menta. All’olfatto sprigiona tutta la sua esuberante ricchezza balsamica, con profumi di menta, aromi di erbe aromatiche, sentori speziati e cenni d’erbe officinali. Il sorso è caldo e avvolgente, con un ingresso al palato morbido e suadente che regala una sensazione pura e limpida di profonda freschezza. Il finale è lungo e persistente, caratterizzato da una piacevole scia mentolata.
Quando e come si beve
Va gustato come aperitivo o digestivo a fine pasto. Nel primo caso è perfetto ‘on the rocks’, ossia servito allungato con ⅓ di seltz, tre cubetti di ghiaccio dentro il tipico bicchiere “scolpito nel ghiaccio” appositamente realizzato. Bevuto dopo pranzo o dopo cena si sorseggia fresco, alla temperatura di 6°-8°C, nel classico bicchiere da amaro – della capacità di 11-13 cl – dalla forma stretta per concentrare meglio il profilo aromatico. In questo periodo, con l’inizio delle prime calde giornate di sole, si trova anche qui a Brighton in alcuni bar lungo il litorale a pochi passi dall’oceano. Da queste parti si usa soprattutto per preparare il Mintonic, un cocktail estivo rinfrescante preparato con lime pestato, zucchero di canna, ghiaccio tritato, ⅕ di Brancamenta, ⅘ di acqua tonica e qualche fogliolina di menta.
Brrr…!