Botanical mixology, l’importanza delle erbe, spezie, fiori e frutta.

Per secoli le sostanze botaniche sono state impiegate nella creazione di liquori e amari, conferendo loro profondità, complessità e sapori unici. Oggi gli amari e i liquori stanno vivendo una nuova ondata di popolarità, grazie all’emergere di numerosi marchi artigianali che propongono diverse varianti di botaniche per nuovi sapori. Scopriamo qualcosa in più della botanical mixology.

Per secoli le sostanze botaniche sono state impiegate nella creazione di liquori e amari, conferendo loro profondità, complessità e sapori unici. Ingredienti di origine vegetale, come erbe, spezie, frutti e radici, vengono meticolosamente selezionati e infusi nell’alcol, dando vita a profili aromatici distintivi e indimenticabili. In questi distillati, le sostanze botaniche giocano un ruolo cruciale nell’arricchire l’esperienza gustativa, offrendo un equilibrio tra dolcezza, amarezza e qualità aromatiche che esaltano la base alcolica.

La preparazione

Attualmente, gli amari e i liquori stanno vivendo una nuova ondata di popolarità, grazie all’emergere di numerosi marchi artigianali che propongono diverse varianti e nuovi sapori. La storia degli amari testimonia la loro trasformazione da elisir medicinali, apprezzati per i benefici salutari a ruolo centrale nel mondo dei cocktail. La produzione di liquori aromatizzati tramite l’infusione di botanici (come erbe, spezie, fiori e frutta) è un’arte antica che combina la conoscenza delle piante con la passione per la mixologia. L’infusione botanica consiste nell’estrazione degli aromi di erbe, spezie, fiori e frutta in un liquido, generalmente alcol, per creare liquori complessi e ricchi di sfumature. Questa tecnica permette di catturare l’essenza degli ingredienti, trasformando un distillato semplice in una bevanda raffinata. La macerazione, elemento chiave nella preparazione di liquori botanici, può essere realizzata attraverso diverse metodologie:

  • Macerazione a freddo: Prevede l’immersione degli ingredienti botanici in alcol a temperatura ambiente per un periodo che va da alcuni giorni a diverse settimane. È ideale per estrarre sapori delicati senza alterare le proprietà chimiche degli ingredienti.
  • Macerazione a caldo: Comporta il riscaldamento dell’alcol e degli ingredienti botanici, accelerando l’estrazione dei sapori. Tuttavia, richiede attenzione per evitare la perdita di alcol per evaporazione o la possibile alterazione dei composti aromatici.
  • Macerazione sotto vuoto: Una tecnica moderna che utilizza il vuoto per ridurre il punto di ebollizione dell’alcol, permettendo l’estrazione dei sapori a temperature più basse. Questo metodo è rapido e preserva i delicati aromi degli ingredienti.
  • Macerazione dinamica: Implica l’uso di agitazione o ultrasuoni per incrementare il contatto tra gli ingredienti botanici e l’alcol, accelerando l’estrazione dei sapori e riducendo significativamente i tempi di macerazione.

Il nuovo trend: il Botanicals Gin

Gli ultimi anni, si potrebbero considerare “l’era del gin” a causa della crescente proliferazione di etichette dedicate alla produzione di gin botanici. Il termine “botanical” si riferisce a gin ottenuti dalla combinazione di alcol distillato con botaniche come erbe, spezie, bacche e altri ingredienti aromatizzanti, che rilasciano aromi distintivi e inconfondibili attraverso la macerazione. La selezione accurata delle botaniche è cruciale nella creazione di una nuova etichetta, poiché sono questi ingredienti che conferiscono a un gin la sua unicità nel panorama delle bevande alcoliche. L’attenzione crescente verso le botaniche è dovuta principalmente alla proliferazione di distillerie dedite alla produzione artigianale di gin di alta qualità, e al successo che questo stile ha ottenuto non solo in Italia ma a livello globale. Ogni distilleria sceglie botaniche pregiate per conferire al proprio prodotto un profilo aromatico distintivo, ma ci sono almeno tre ingredienti fondamentali che caratterizzano ogni gin botanico. Prima di tutto, le bacche di ginepro sono essenziali: da queste il gin trae il suo nome e il suo profilo organolettico principale. La provenienza geografica delle bacche di Juniperus communis influisce notevolmente sul gusto finale del gin, conferendogli una nota unica che varia leggermente da regione a regione. Ci sono poi i semi di coriandolo, simili alle bacche di ginepro ma con note più citriche, speziate e talvolta floreali e piccanti, sono cruciali per aggiungere corpo e intensità al distillato. Anche qui, l’origine dei semi gioca un ruolo significativo nel determinare il profilo gustativo finale del gin. Infine, le radici di angelica, che conferiscono al gin una nota terrosa e legnosa oltre a contribuire alla secchezza complessiva del distillato, sono fondamentali nel legare insieme i vari sapori presenti nel gin artigianale. Il mondo della mixology continua a espandersi e, tra le sue molteplici sfaccettature, la scelta delle botaniche per i distillati rappresenta un elemento trendy e imprescindibile per gli esperti di cocktail.

La creazione di distillati originali

Ci sono diverse innovazioni nel mondo dei distillati e dei cocktail che si focalizzano sull’uso insolito di botaniche. Seaweed Gin, lanciato di recente, ha fatto scalpore grazie alla sua botanica principale, l’alga, proveniente dalla costa di Newquay e utilizzata dalla Distilleria Dà Mhìle nel Galles. Elephant Gin, d’altra parte, ha sorpreso gli appassionati con 14 botaniche, inclusi ingredienti africani come il baobab e il buchu. Hoxton Gin si distingue per l’aggiunta di pompelmo e cocco, mentre Cream Gin, creato da Fluid Movement, fa uso di panna fresca, rendendolo unico nel suo genere. Le botaniche non sono limitate solo ai gin, ma si estendono anche ad altri distillati e liquori come la grappa. Il disciplinare consente l’aggiunta di piante aromatiche o loro parti, nel qual caso ciò deve risultare nella denominazione di vendita e le più utilizzate sono: ruta, liquirizia, mirtillo e camomilla. Le botaniche sono utilizzate anche come garnish, ovvero come decorazioni che fanno da contorno per esaltare il sapore di drinks e cocktails. Si tratta di ingredienti semplici, facilmente reperibili sul mercato ma che devono essere di prima scelta per non rovinare il risultato finale come la classica scorza di limone, di arancia o di pompelmo oppure qualche bacca di ginepro leggermente schiacciata, ma si può provare anche qualcosa di insolito come il pepe, i boccioli di rosa, le bacche di mirto o Fava Tonka (vaniglia), questo per aggiungere profumi, morbidezza o toni più piccanti ai nostri drink.

Caffè corretto, dalla versione tradizionale alle varianti regionali