È nato il Bosco del Molino, un nuovo polmone verde

Il Bosco del Molino, realizzato da Agugiaro & Figna Molini, in collaborazione con il CINSA, è l nuovo polmone verde di 13 ettari e 18mila alberi è stato inaugurato domenica 21 novembre 2021, in occasione della IX Giornata Nazionale degli Alberi.

Dove nasce la farina, crescono anche 18mila alberi. A Collecchio (Parma) c’è un nuovo polmone verde: è il Bosco del Molino che si estende su di un terreno di 13 ettari ed è realizzato dalla storica azienda Agugiaro & Figna Molini, in collaborazione con il CINSA (Consorzio Interuniversitario Nazionale Scienze Ambientali).

Il Bosco del Molino dà dimora a 18mila alberi, fra arbusti ed essenze officinali, e permetterà l’assorbimento fino a 220.000 kg all’anno anno di CO2, compensando le emissioni totali degli impianti dell’azienda nello svolgimento delle attività di trasformazione del grano delle quattro sedi (Collecchio, Curtarolo, Magione, Rivolta d’Adda). Inoltre, sarà riprodotto il 96% della biodiversità del Bosco del Taro.

Con il progetto de Il Bosco del Molino si amplia il concetto di economia circolare

Il progetto visionario è scaturito dalla pulsione e dall’attenzione all’ambiente che i mugnai di Agugiaro & Figna Molini trasmettono da generazione in generazione. Il rispetto per la terra coltivabile e il suo utilizzo, rivestono una grande importanza per l’azienda molitoria che trova le sue radici nell’impegno di salvaguardare l’ambiente attraverso una serie di atteggiamenti virtuosi.

Esso è destinato a divenire la nuova casa per i futuri progetti e studi dedicati all’ambiente e all’eco-sostenibilità organizzati dall’azienda in collaborazione con istituzioni, associazioni didattiche e scientifiche.

«Viviamo dei frutti della terra e per questo siamo ad essa riconoscenti», spiega il presidente Alberto Figna. «Nel DNA delle nostre famiglie (sia Agugiaro sia Figna, ndr) è insita l’attenzione profonda verso l’ambiente, la passione e una grande volontà di far bene il nostro lavoro puntando alla compatibilità fra lo sviluppo delle attività economiche e la salvaguardia del mondo agricolo».

Secondo Riccardo Agugiaro, Ceo dell’azienda, in questo delicato e complesso momento storico non è importante soltanto “compiere azioni” e assumere “atteggiamenti responsabili”, ma anche ampliare il concetto di economia circolare attraverso progetti che possano includere al loro interno altri modelli virtuosi e condivisi.

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Innovazione tecnologica e rispetto della biodiversità

Lo studio per il progetto de Il Bosco del Molino ha utilizzato tecniche relativamente nuove per l’Italia, nate e applicate negli Stati Uniti, con l’obiettivo di arrivare ad una conoscenza scientifica dettagliata del terreno. Sono state utilizzate strategie derivanti dall’agricoltura di precisione, applicando le tecniche che hanno permesso di migliorare la produttività del suolo e, nel contempo, di proteggere l’ambiente.

Per la sua realizzazione si è avuta attenzione al rispetto dell’ambiente e della biodiversità. Sono stati, infatti, utilizzati materiali ecosostenibili: l’utilizzo della paglia per la pacciamatura (ovvero l’operazione attuata in agricoltura e giardinaggio che si effettua ricoprendo il terreno con uno strato di materiale, al fine di impedire la crescita delle malerbe); le piante sono protette con materiale naturale, evitando così l’utilizzo della plastica; gli spazi fra le piante stesse sono realizzati nel rispetto delle biodiversità per permettere la sua salvaguardia e favorire il suo sviluppo.

Il Bosco del Molino”, patrimonio di tutti

C’è molta curiosità da parte dei clienti di Agugiaro & Figna, così come degli abitanti della zona, ma anche da parte di altre aziende di settori differenti a quello molitorio per il progetto di Collecchio. Il percorso di sostenibilità aziendale raggiunge con Il Bosco del Molino una tappa fondamentale, confermando l’impegno ad attuare scelte sostenibili a livello locale che hanno altresì un’influenza e una ricaduta positiva sul sistema globale.

Sarà un luogo di condivisione per i dipendenti che avranno uno spazio aperto dove trascorrere il loro tempo libero, offrendo a più soggetti esterni la possibilità di utilizzarlo. Sarà un luogo d’incontro e confronto per gli alunni delle scuole dell’Emilia Romagna per affrontare temi riguardanti l’educazione ambientale, il rispetto e la conoscenza dell’ecosistema.

Il progetto rappresenta però soltanto uno dei modelli virtuosi applicati dall’azienda che ha quattro sedi in Italia. «Utilizziamo il calcolo della carbon footprint di prodotto – CFPper misurare l’impatto del prodotto da quando si coltiva fino alla fine della sua stessa vita».

Inoltre, da oltre cinque anni l’impresa utilizza fonti da energie rinnovabili, ha adottato la certificazione etica per i dipendenti e promuove il rispetto di genere.