Da Pasticceria Bompiani l’ultima opera d’arte (e di gusto) firmata Walter Musco, la Torta Signature “Malevic” omaggio a Kazimir Severinovič Malevič che va oltre i soliti ingredienti di pasticceria. Qui si sposano Caviale e Vodka per un viaggio verso la Russia. L’abbiamo provata per voi la scorsa settimana durante la presentazione ufficiale e proviamo anche a raccontarvela.
Quello che Walter Musco dice, Walter Musco fa. L’opera del pasticcere (più che mai artista) il cui tempio sorge in Largo Benedetto Bompiani sotto l’effige luminosa di Pasticceria Bompiani, più che una regale pasticceria è una vera e propria missione divulgativa. Un’azione info-formativa di promulgazione della bellezza in una rara e pressoché unica forma d’espressione artistica, attraverso una tavolozza di colori fatta di alimenti ed elementi di preziosa origine. Questa volta è toccato al caviale, a cui si è aggiunta la vodka, con della panna acida a far da eco. Un sontuoso convivio di protagonisti che, lavorati ad arte, creano l’arte stessa. E quella raccontata dal pennello del Maestro Musco, è delicata e gustosa come le sfumature dei dipinti più importanti della storia dell’arte.
L’omaggio a Malevič
In questo nostro tempo, Walter si volta indietro ai primi del ‘900, per omaggiare uno dei pionieri dell’astrattismo geometrico, tra i padri delle avanguardie russe, quel Kazimir Severinovič Malevič che, con la sua opera, puntava ad annullare la materia per porre l’attenzione al concetto espressivo ed alla raffigurazione astratta delle sensazioni. Da questo parte la storia (incredibile) della torta non torta intitolata “Quadrato Nero”, vero e proprio omaggio a Malevič ed al suo percorso di ricerca artistica, che Musco sintetizza e sublima in un’opera di pasticceria moderna di altissimo livello.
Nella volontà di abbattere ogni regola della pasticceria classica per travalicare il concetto estetico del genere, così come quello gustativo, da Bompiani si assiste allo scorporamento della materia, poi ri-assemblata in un gioiello dal sapore insolito e dal fascinoso aspetto. Per farlo, Musco attinge da elementi che mai avevano trovato posto in pasticceria, partendo da una base biscuit su cui giace una gelatina di Vodka Beluga seguita da una panna acida al Caviale Siberian di Giaveri. Un azzardo reso a regola d’arte, come lo sono state le tappe precedenti di questo insolito viaggio “muschiano”, partito con i primi esperimenti come il Bloc de Foie Gras (omaggio a Joseph Beuys), passando per la torta Alba (realizzata con tartufo bianco), fino alla Camouflage (omaggio ad Andy Warhol), la Cretto (dedicata alla land art di Alberto Burri) e la Mangozafferano (omaggio ad Alighiero Boetti).
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Varcando la soglia di Pasticceria Bompiani, si ha la sensazione tangibile che in un luogo del genere si viva con la prospettiva che la perfezione sia uno stadio raggiungibile e, volendo, alla portata di ogni palato. Con le sue realizzazioni, Walter Musco rende nota la bellezza anche a chi di non l’ha mai conosciuta, portando all’interno di un luogo che non è preposto all’arte, l’arte stessa, rendendola così più democratica. Più che una pasticceria, la sua è un’azione sociale di diffusione di sapere e contemplazione del bello, che tanto è servito e ancora serve a questo mondo. Con un solo assaggio del “Quadrato Nero”, esempio di suprematismo assoluto in cui l’arte concettuale rompe con il passato realistico, si è trasportati alle pendici di una storia artistica immensa come quella di Malevič, i cui luoghi di vita e di lavoro avevano il sapore delle preziose uova di pesce, unita al proibito e caldo gusto di una vodka trangugiata venti gradi sotto lo zero. Dall’Ucraina alla Russia fino a Roma, una storia d’arte e sapori che continua nel tempo, grazie ad un pasticcere visionario e al suo amore per l’Arte con la “A” maiuscola.