Agli italiani piace il biologico, lo conferma l’indagine condotta da Natruly e i dati di vendita dei suoi prodotti, ora distribuiti con successo anche da Probios, riferimento nel settore da 40 anni. Ma attenzione alle etichette, non sempre perché non sempre il biologico è davvero salutare.
Sei un consumatore di prodotti biologici? L’80% degli intervistati da Natruly – www.natruly.com – in Italia risponde affermativamente. Tra i fattori che attraggono i consumatori compare il valore della sostenibilità: il rispetto della biodiversità, il benessere animale, ma anche il giusto compenso per i lavoratori agricoli che lo producono. La start up spagnola dell’healthy food, con oltre 40 referenze, delle quali per il 50% biologiche – tra snack, creme spalmabili, proteine vegane, avena solubile, granole… – ha infatti realizzato una ricerca tra i consumatori per capire le conoscenze degli italiani in tema di biologico.
Agli italiani piace il biologico
L’interesse dei consumatori è confermato dal recente accordo di Natruly con Probios, leader nella produzione e commercializzazione di alimenti biologici dal 1978, che nel solo mese di marzo ha distribuito oltre 20.000 prodotti biologici firmati Natruly. Ma cosa emerge dal sondaggio? I partecipanti – 50% uomini e 50% donne, di età compresa tra i 20 e i 60 anni, equamente distribuiti in tutta la Penisola – per lo più riconoscono il valore aggiunto del biologico: il 39% lo sceglie pensando che sia più salutare poiché privo di pesticidi e chimica di sintesi, il 41% ritiene che sia realizzato attraverso processi più rispettosi dei lavoratori e degli animali. Peccato che il 69% ritenga di capire se un prodotto è biologico dalla scritta “bio” sulla confezione e solo il 38% riconosca il logo europeo di certificazione. Solo il 12% degli intervistati ha dichiarato di non mangiare mai alimenti biologici, tra questi il 54% associa la propria scelta ai costi troppo elevati, mentre il 25% dichiara di non prestare particolare attenzione al fatto che i prodotti siano biologici.
In realtà solo la presenza del logo europeo sulla confezione attesta che gli alimenti siano sicuramente biologici (quindi certificati da organismi di controllo su tutto il processo produttivo fino all’arrivo sugli scaffali): una foglia formata da dodici stelle bianche su fondo verde con al centro una cometa.
Ma biologico significa sempre salutare?
«Il nostro obiettivo è fornire la migliore opzione salutistica al consumatore, che non significa mettere sul mercato solo prodotti biologici –spiega Niklas Gustafson, fondatore di Natruly insieme a Octavio Laguía –. L’utilizzo di ingredienti biologici è di importanza primaria, ma il risultato finale non può prescindere da tutti i componenti. Ad esempio: un succo di frutta o uno snack biologico, se ha il 30% di zuccheri aggiunti è quanto di più lontano dall’essere salutare. Per questo noi studiamo sempre composizioni equilibrate, senza sostanze sintetiche, senza glutine, senza zucchero e preferibilmente con ingredienti biologici».
Per capire se un prodotto è davvero sano l’unica vera forma di controllo per il consumatore è quindi leggere l’etichetta dove deve essere precisata l’esatta percentuale degli ingredienti che compongono la ricetta di quell’alimento.
Tutela Agricoltura biologica, ora è legge.
Resta inteso che i prodotti biologici hanno sostanziali punti di forza, non ultimo il fatto che rientrano in una visione di sostenibilità globale di crescente rilevanza, basti pensare che la strategia Farm to Fork (F2F), il piano decennale recentemente messo a punto dalla Commissione europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente, ha l’obiettivo di raggiungere il 25% delle superfici biologiche a livello europeo nel 2030.