Il consumo di alimenti bio, ricercati e più sani, lo abbiamo scritto, sarà uno dei food trend di questo 2021. La pandemia ha fatto registrare un boom dei consumi domestici di prodotti biologici che toccano il record di 3,3 miliardi di euro. Numeri che confermano come dal primo lockdown in poi nelle famiglie italiane ci sia stata un’attenzione sempre crescente a quello che si metteva nel piatto. La cucina quotidiana ha indotto a una maggiore selezione, ricerca della qualità, attenzione soprattutto alla salute e tutto questo passa per prodotti interamente made in Italy, locali, biologici e sostenibili.
Il ddl sul biologico e il marchio biologico italiano
Consumi, dunque, non più casuali o dettati da una moda del momento, ma sempre più abitudine alimentare che ha dato il via al decreto legge sul biologico, che rappresenta secondo Coldiretti e FederBio un passo importante verso la tutela dei consumatori e delle vere produzioni made in Italy.
È di qualche settimana fa l’approvazione all’unanimità da parte della Commissione Agricoltura del Senato della proposta di legge che prevede, il riconoscimento e l’equiparazione delle aziende biodinamiche e le agevolazioni dovute, e tra le altre misure, l’introduzione di un marchio dedicato per il bio italiano, richiesto dalla Coldiretti per contrassegnare tutti i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana, che potranno essere valorizzati sul mercato proprio con l’indicazione “biologico italiano” e come tali protetti contro tutte le forme di imitazione.
Un primo grande risultato per i produttori e il mercato italiano è il riconoscimento dei prodotti di origine italiana, la leadership del nostro paese si rafforza ancora, siamo infatti il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico.
Il Bio in Italia
Sono ben 80.643 gli operatori coinvolti e 2 milioni di ettari sono le superfici coltivate a biologico. Tra le regioni è il Mezzogiorno che guida la classifica: Sicilia al primo posto con 370mila ettari, a seguire la Puglia con 266mila ettari e la Calabria dove 1 campo su 3 è bio con 208mila ettari. Al Centro ci sono il Lazio con 144mila ettari, la Toscana con oltre 143mila e le Marche con più di 104mila, mentre al nord la classifica è guidata dall’Emilia Romagna con 166mila ettari, dalla Lombardia con 56mila ettari e dal Piemonte con quasi 51mila. L’incidenza della superficie coltivata a biologico nel nostro Paese posiziona l’Italia molto al di sopra della media UE, dove i maggiori produttori sono Spagna, Germania e Francia.
Come ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, Presidente di FederBio: “L’Italia si conferma Paese leader per le produzioni biologiche ed è giunto il momento di dotarsi degli strumenti necessari per governare la crescita del settore nel rispetto dei valori fondanti del vero biologico e per cogliere tutte le opportunità che le produzioni bio offrono per il territorio rurale per la ripresa economica e l’occupazione dei giovani”.
Il marchio Bio
Il marchio bio italiano aiuterà anche i consumatori a scegliere e orientarsi tra gli scaffali del supermercato, dove si assiste all’invasione di prodotti biologici di Paesi extracomunitari, che nell’ultimo anno (2019) sono presenti con un + 13,1% rispetto all’anno precedente. Tradotto in altre cifre si parla di 210 milioni di chili tra cereali, zucchero, caffè, te, spezie, frutta fresca e secca di cui quasi 1/3 proveniente dall’ Asia e che spesso non rispettano gli standard di sicurezza imposti in Europa.
A partire da questo punto cruciale il ddl rivede inoltre anche il sistema delle sanzioni per renderle finalmente efficaci contro le frodi del settore e il sistema dei controlli per garantire la terzietà dei soggetti incaricati.
Più controlli su tutti i livelli, più tutela quindi ma anche più informazione, come sottliena Coldiretti, è previsto l’utilizzo di piattaforme digitali per garantire tutte le informazioni e notizie circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti.
L’approvazione al Senato del testo di legge sull’agricoltura biologica accelera l’entrata in vigore di questa norma che si attende ormai da diversi anni e l’approvazione all’unanimità ci fa ben sperare in una rapida approvazione definitiva. Partenza fondamentale e strategica in vista della riforma della Politica Agricola Comune affinché il nostro Paese si allinei agli obiettivi del Green Deal e delle strategie Farm to Fork e Biodiversità, che puntano a triplicare in Europa la superficie coltivata a biologico e ridurre del 50% l’uso dei pesticidi entro il 2030.