Con la pubblicazione del suo primo Bilancio di Sostenibilità, Farchioni Olii Spa centra i 17 obiettivi ONU dello sviluppo sostenibile. Ed è il primo oleificio certificato nella Gdo.
Quasi 125 mila nuove piante messe a dimora nel 2020; circa 126 milioni di euro redistribuiti tra fornitori, personale e PA e un Bilancio nel segno della “sostenibilità contadina”. Questi alcuni dei risultati del Bilancio di Sostenibilità presentato dall’azienda umbra, giovedì 25 novembre a Palazzo Rospigliosi a Roma (sede di Coldiretti), alla presenza degli stakeholders.
“Questo nostro primo report raccoglie i risultati conseguiti dalla nostra famiglia sul fronte della sostenibilità: risultati tutti positivi, nel rispetto dei 17 indicatori stabiliti dall’Onu. Tutto ciò ci rende orgogliosi, tanto più perché è il frutto di un impegno quotidiano di tutti noi, condiviso con i nostri collaboratori e dipendenti”, hanno commentato Marco e Giampaolo Farchioni.
“Siamo felici di poter raccontare finalmente nel dettaglio questi risultati, ma, allo stesso tempo, siamo consapevoli che quello della sostenibilità contadina è un cammino appena avviato. Abbiamo già nuovi obiettivi per il 2022 e cercheremo di centrarli con la stessa determinazione che ci ha ispirato finora”.
L’ecosistema “Field to Field” e la sostenibilità ambientale
La famiglia Farchioni è al centro di un vero e proprio ecosistema “Field to Field” composto dalle proprie imprese e dagli stakeholder di riferimento principali, nazionali ed internazionali.
“Soddisfare i fabbisogni presenti senza compromettere quelli futuri, utilizzando con la massima efficienza tutte le risorse che la natura mette a disposizione, a partire dalla terra e lungo tutto il ciclo di vita degli alimenti che produciamo, creando valore e mettendo al centro la qualità dei prodotti ed il benessere delle persone”. Questa è la ‘Sostenibilità Contadina’ di Farchioni spiegata da Marco e Giampaolo, fratelli e manager dell’azienda.
La sostenibilità contadina promossa da Farchioni 1780 si basa, infatti, sul rispetto dell’ambiente, sull’attivazione di processi che ne salvaguardino l’integrità nel tempo, sulla correlazione tra ambiente e produzione di elevata qualità e sul ruolo dei consumatori sempre più attenti. Inoltre l’azienda punta su filiere corte (italiane) e cortissime (Umbria).
Circa 100 ettari dell’azienda (Umbria e Toscana) sono destinati alla conservazione della biodiversità con l’obiettivo della tutela dell’habitat: seminati con miscugli di specie vegetali garantiscono il massimo prolungamento della vegetazione e della fioritura creando gli spazi adatti per la fauna selvatica.
Un’ampia porzione di oliveti aziendali è condotta secondo i canoni dell’agricoltura biologica: 80 ettari in Umbria, 249 in Puglia, 200 in Toscana, 109 nel Lazio. Nell’oliveto di Tuscania nel Lazio si pratica l’agricoltura biodinamica. Nel 2020 l’azienda ha potuto contare su 661 ettari di oliveto a conduzione biologica.
Residuo zero ed energia pulita
L’azienda applica nel 100% delle proprie produzioni agricole il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata (SQNPI), con l’adozione di un sistema di coltivazione che privilegia l’uso di tecniche che garantiscono un minor impatto ambientale e una riduzione dell’immissione di sostanze chimiche. In più, ha adottato il disciplinare “Residuo Zero” che prevede l’impegno comune di agricoltori, frantoiani e confezionatori per la costruzione di una filiera alimentare con fitofarmaci “residuo zero”. In sintesi il residuo zero significa: assenza di pesticidi, -10% di prodotti fitosanitari impiegati, +20% dei tempi di carenza, +10% di prodotti fitosanitari controllati.
Grazie all’attuazione della “Sostenibilità Contadina” l’azienda è riuscita a perseguire il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali delle proprie attività. Monitorando e ottimizzando l’uso di risorse come acqua ed energia, riducendo gli impatti ambientali correlati alla produzione di rifiuti e alle emissioni di gas a effetto serra.
La cantina dispone, infatti, di un impianto fotovoltaico di 149 kW utilizzato per autoconsumo. Nel 2020 sono stati decisi investimenti ulteriori: impianto fotovoltaico da 290 kW a servizio dei consumi dell’oleificio; installazione di 7 colonnine di ricarica per veicoli elettrici nelle aree di sosta degli edifici aziendali; acquisto di un furgone elettrico.
Il 69% dei materiali non rinnovabili utilizzati proviene dalla filiera del riciclo
Gran parte dei prodotti olio e birra sono confezionati in bottiglie di vetro interamente riciclato. L’utilizzo di materiali riciclati, la riduzione delle quantità di materiale e l’introduzione di nuovi materiali sono gli elementi cardine sul quale Farchioni sta lavorando per giungere a una riduzione continua dei propri impatti in fase di distribuzione dei prodotti.
Ai fini del risparmio energetico e di emissioni, per la bottiglia di olio Farchioni si prevede l’eliminazione del film plastico per il confezionamento del collo, la sostituzione della carta di natura chimica dell’etichetta con materiale compostabile, lo sviluppo di un tappo a base di bioplastiche monomateriale. Con il progetto Cycle 4 Green, Farchioni potrà, inoltre, riciclare la alassina in carta siliconi delle bobine delle etichette.
Infine, l’azienda monitora la produzione dei rifiuti e la percentuale dei rifiuti inviati in discarica o a recupero come parte integrante degli obiettivi della certificazione ISO 14001.