Dici, il 2018 è stato l’anno di cosa? Di tante cose. Ma di certo è stato anche l’anno della marmellata di Philip Roth e delle creme spalmabili. Ok, è un modo di vederla. Touché. Ma insomma, dopo Asimmetria di Lisa Hadley e il pezzo del New Yorker, come fai a non comprare la Little Scarlet Strawberry della Wilkin & Sons.
Era anche la marmellata preferita da James Bond ma di Bond, rispetto a Roth, ce ne importa il giusto. Ma non è tutto qui. La fine del 2018 e l’inizio del 2019 è di certo anche l’anno della crema spalmabile Pan di Stelle. Uno squaglio di cacao sostenibile, zucchero e una spolverata di croccanti lillipuziane stelline bianche che ti fanno andare fuori di testa. È qui la vera differenza. Intanto il cioccolato è più cioccolato. Meno nocciola, più cacao insomma. Ma il punto sta nelle stelline, piccoli puntini bianchi che interrompono il monadico imperium della crema.
Ma dici, la Nutella è la Nutella. È vero. Un po’ come la mamma è sempre la mamma. E poi la saggezza è neotestamentaria: impossibile obbedire a due padroni. Morale: devi scegliere.
Quale delle due allora? Siamo in quella che in filosofese si chiamerebbe “polarità”. È la situazione di merda in cui si trova Neo per colpa di quel sotuttoio di Morpheus: pillola blu, pillola rossa. Allora rispondiamo come avrebbe dovuto rispondere Neo: voglio la terza pillola. Già, perché tra il deserto della realtà e l’ordine simbolico di Matrix secondo il filosofo sloveno Slavoj Zizek l’unica scelta possibile è il secondo nel primo. Terzium non datur.
La soluzione è una soltanto: Crema spalmabile fondente al cacao con croccantino di Autore. Sarà meglio dirlo subito. Uno: il packaging è una roba da azienda che produce nanotecnologie. Due, è una di quelle cose che rischiano di essere totalizzanti. Già perché il mix di granella di croccantino, cacao in polvere, zucchero a velo e nocciole è la dimostrazione more geometrico che il tutto non equivale alla somma delle parti. Gli ingredienti? Quasi gli stessi delle altre due creme. Il risultato? Qualcosa di mai sentito prima.
Sarà la qualità di ciascun ingrediente, sarà la cura che la squadra di Autore mette in ogni gesto. Sarà che per raggiungere un determinato livello serve attenzione e lentezza. Oppure è solo una questione di talento. C’è chi ne ha molto, e chi ne ha di più.