40 mila euro di investimento, un’intensa attività di ricerca e catalogazione di oggetti, foto e documenti per dare vita a un prezioso archivio digitale aperto a tutti. Questo è l’archivio Riccardo Ricci Curbastro, presentato la scorsa settimana.
“Da oggi, dopo un’intensa attività di ricerca, acquisizione, riscoperta e catalogazione di oggetti e documenti di famiglia, datati dal 1600 in avanti e legati alla vita nel mondo agricolo di quei tempi a cavallo tra Franciacorta e Romagna, terra dalla quale la nostra storia è partita, è disponibile un vasto e prezioso archivio digitale aperto a studiosi, ricercatori e studenti. Su questo progetto abbiamo investito oltre 40 mila euro, a testimonianza della volontà di salvaguardare e valorizzare il nostro patrimonio storico e culturale, dando luce ad un passato significativo, fonte di ispirazione per le sfide presenti e future. Parte di questo passato meritava il palcoscenico di una mostra“.
L’idea dell’archivio e la mostra fotografica
È nata così “Piccole storie di comunità”: 50 scatti del bisnonno Raffaele Ricci Curbastro che ritraggono volti, momenti di vita, angoli di Romagna che mi hanno subito affascinato e che urgeva riportare ‘in vita’ per salvarli dall’usura del tempo prima che fosse troppo tardi”.
Con queste parole Riccardo Ricci Curbastro, titolare dell’Azienda Agricola Ricci Curbastro di Capriolo (BS), nel cuore della Franciacorta, presenta l’ambizioso progetto di digitalizzazione e catalogazione dell’archivio e della biblioteca del Museo Agricolo e del Vino, insieme alla mostra fotografica “Piccole storie di comunità. Memoria, identità e lavoro nelle fotografie riscoperte di Raffaele Ricci Curbastro”, evento inserito nel palinsesto di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.
“Del bisnonno Avv. Raffaele Ricci Curbastro – racconta Riccardo Ricci Curbastro – conoscevo le abilità imprenditoriali, non il lato artistico. Grazie ai suoi scatti invece, oggi abbiamo testimonianze autentiche della vita in famiglia, di quella dei mezzadri e della comunità di San Lorenzo di Lugo (Ravenna), tra il 1890 ed il 1915. Scatti che bloccano il tempo e danno forma agli episodi tramandati a voce, come la pesca delle carpe nella marcita, il mercato del bestiame o la Cavalleria schierata a difesa dei mezzadri intenti a mietere il grano. Una lunga schiera di volti contadini che, nella loro naturalezza davanti all’obiettivo della macchina fotografica, sembrano mostrare una confidenza con il “padrone”, oggi diremmo il datore di lavoro, che ho sempre conosciuto in casa ma che non potevo immaginare avesse radici così profonde e lontane”.
“Raffaele Ricci Curbastro – commenta Alessandra Micheletto, Storica dell’Arte e curatrice della fototeca della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano che ha curato la mostra – utilizzò il medium fotografico principalmente per immortalare l’umanità che lo circondava, con uno sguardo autentico, intimo e attento. Fu un uomo di elevato ingegno, con un’estesa cultura e un senso estetico raffinato. Se la fotografia può essere considerata il primo veicolo della memoria famigliare e sociale dell’epoca moderna, possiamo individuare in Raffaele Ricci Curbastro una personalità che ha saputo coglierne appieno il senso e le potenzialità. Dalle sue fotografie emerge preponderante il desiderio di tramandare valori sociali e culturali, nonché il rapporto e la riconoscenza eterna per la sua terra e per le persone che la abitavano”.
Il Museo Agricolo e del Vino
Il Museo Agricolo e del Vino Ricci Curbastro, è il frutto della piu’ che trentennale attività di ricerca di Gualberto Ricci Curbastro. Inaugurato nel luglio 1986 e negli anni continuamente ampliato, il museo è una realtà unica in Franciacorta che conserva nei rustici dell’Azienda Agricola Ricci Curbastro migliaia di oggetti testimoni del lavoro agricolo d’altri tempi. Quattro sale divise per temi e visitabili previa prenotazione per potervi accompagnare e raccontare il nostro lavoro di allora e di oggi. Il Museo è aperto tutto l’anno dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 18.