Il 26 maggio è la giornata mondiale dell’aperitivo e come si sa tra vino, spritz e prosecco, l’aperitivo è un rito sociale a cui, secondo l’osservatorio dell’Unione Italiana Vini, si sottopongono non solo milioni di under 24 ma, seguendo un trend in crescita, anche gli over 65. Vediamo insieme quali sono le tendenze di consumo tra le varie fasce d’età.
L’aperitivo, un rituale profondamente radicato nella cultura italiana, rappresenta il momento di svago tra la giornata lavorativa e la cena: è un momento dedicato al piacere del palato, un vero e proprio rito sociale sinonimo di convivialità, chiacchiere e divertimento.
Fasce d’età di consumo
Dall’analisi dei dati Istat emerge come l’aperitivo alcolico sia pratica usuale di circa 2,7 milioni di ultrasessantenni su un totale di quasi 22 milioni di consumatori. Il consumo degli under 24, invece, ammonta a 2,5 milioni di persone. Negli ultimi 15 anni, infatti, il consumo di aperitivi da parte degli over 65 è incrementato del 112%, cinque volte in più dell’incremento degli under 24.
“La tendenza multigenerazionale del fare l’aperitivo è un tratto distintivo che guardiamo con grande interesse – ha detto il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi -, anche perché è legata a doppio filo con la cultura di un consumo di vino che abbraccia tutte le fasce di età e che ha visto allargarsi ulteriormente la platea a fronte di una maggior moderazione nei consumi. Una prova di maturità degli italiani che si associa a un prodotto per sua natura simbolo della condivisione e del bere responsabile”.
Il rito pre-pasto è celebre in tutte le regioni d’Italia. I consumatori più fedeli dell’aperitivo, però, li troviamo al Nord Italia: il Veneto, il Piemonte e la Lombardia risultano essere le regioni più iconiche per la partecipazione a questo momento di distacco dalla frenesia quotidiana.
La storia dell’aperitivo
L’aperitivo nasce ai tempi dell’antica Grecia e dell’antica Roma, periodo in cui si usava consumare bevande alcoliche per stimolare l’appetito. Col trascorrere del tempo lo scopo è rimasto lo stesso, ovvero stimolare l’appetito, ma nuove bevande e costumi hanno trasformato quest’occasione di ritrovo. Infatti, l’aperitivo che oggi noi conosciamo è diventato celebre dalla fine del 1700, quando Antonio Benedetto Carpano ha creato e messo in commercio il vermouth, vino aromatizzato con una miscela di erbe e spezie. Questa divenne una bevanda pre-pasto.
Cosa si beve all’aperitivo?
L’utilizzo del vermouth lo individuiamo ancora oggi in cocktail da aperitivo come il Negroni o l’Americano. Spritz Aperol, Campari o Select sono molto diffusi in Veneto e prevedono l’impiego di prosecco, soda e bitter. L’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini ha analizzato, però, i dati del consumo di alcolici raccolti dall’Istat e risalenti al 2023. Da questi si evince che c’è una tendenza preponderante al consumo di vino, rosso o bianco, al momento dell’happy hour, al punto da definirlo “vino-centrico”.
Qualunque sia la bevanda che si sceglie, però, è molto spesso accompagnata da stuzzichini come patatine, tartine o finger food preparati dalla casa.