L’aperitivo all’italiana è un pezzo di storia d’Italia, ma è anche un “prodotto” da esportazione, sinonimo del bien vivre italiano. Ha resistito alle mode, si è evoluto e ha saputo assimilare le tendenze dell’enogastronomia, senza mai perdere la propria identità. Ma che differenza c’è tra Aperitivo all’italiana e Happy Hour? Lo spiega uno studio Sanbitter.
L’aperitivo all’italiana è un pezzo di storia d’Italia, ma è anche un “prodotto” da esportazione, sinonimo del bien vivre italiano. Ha resistito alle mode, si è evoluto e ha saputo assimilare le tendenze dell’enogastronomia, senza mai perdere la propria identità. Un’identità conservata anche grazie al fatto che l’aperitivo all’italiana, non è solo un insieme di prodotti da consumare prima del pasto, ma un vero e proprio “mondo” creato dalla tradizione e da elementi nuovi come la socializzazione, la condivisione, l’atmosfera giusta e le proposte ricercate di food, che lo rendono segno distintivo dei bar e dei locali in Italia.
Aperitivo: lo studio Sanbitter
È quanto emerge da uno studio promosso da Sanbittèr condotto su un campione di 500 italiani attraverso un monitoraggio dei principali social network, forum, blog e community lifestyle internazionali ed un pool di barman tra i più prestigiosi d’Italia.
Secondo gli italiani i principali valori che contraddistinguono l’aperitivo all’italiana sono condivisione (61%), sia di affetto che di cibo, svago e divertimento (44%) e relax (48%), senza dimenticare amicizia (45%) e socializzazione (52%). Infine, 6 intervistati su 10 (61%) ritengono che quando si parla di aperitivo si dovrebbe pensare proprio a quello all’italiana e infatti, poco meno di un intervistato su 2 (49%) sostiene che sia “una delle tradizioni più amate da tutti noi”.
Ma la tradizione dell’aperitivo ha radici antiche e risale fino al vino aromatizzato, dal sapore amarognolo, che Ippocrate somministrava ai pazienti che mostravano segni di inappetenza. Questo perché ad aprire lo stomaco e stimolare il senso di fame non sono i sapori dolci e amabili, bensì quelli amari e, infatti, molti dei drink pensati oggi per l’aperitivo, tra cui lo stesso Sanbittèr, appartengono alla categoria dei bitter, termine tedesco che significa amaro.
La storia del bitter e dell’aperitivo
Nato come Bitter Sanpellegrino nel 1961, e ribattezzato successivamente Sanbittèr, è stato il primo aperitivo analcolico italiano ed è diventato, in poco tempo, protagonista indiscusso dell’aperitivo nei bar, entrando nelle abitudini di consumo degli italiani. La componente analcolica e la stessa anima bitter, si sono radicate velocemente nelle nostre tradizioni, diventando un must have dell’aperitivo tipicamente italiano e accompagnando sempre più le proposte di cocktail alcolici.
Fino agli anni ’70, l’aperitivo è stato inteso come bevanda moderatamente alcolica da consumare prima di un pasto che stimolasse, ma non soddisfacesse, l’appetito. Ma è nel decennio successivo che nasce il vero e proprio rito dell’aperitivo: si diffonde la moda di accompagnare le bevute a piccoli frugali stuzzichini (soprattutto olive e salatini). L’abitudine dell’aperitivo, fatto al bar in prossimità dei pasti (pranzo compreso), si è man mano radicato nello stile di vita, diventando qualcosa di davvero tipico in Italia per tutto il ‘900. Ma il Novecento ha anche aperto le porte a influenze internazionali, e così l’aperitivo cambia forma ed eredita da influenze anglosassoni l’usanza dell’Happy Hour. Oggi l’aperitivo viene nuovamente influenzato da diverse tradizioni e diventa una ritualità che assume caratteristiche e atmosfere tipicamente italiane tanto da essere definito aperitivo all’italiana.
25 Sfumature Gastronomiche: Aperitivo, Happy Hour o Apericena
Ma in cosa si contraddistingue l’Aperitivo all’italiana rispetto all’Happy Hour oggi?
L’aperitivo nostrano, in cui il drink ha sempre padroneggiato, è legato alla tradizione italiana del buon cibo e del buon vino per cui oggi spesso le bevande vengono abbinate a stuzzichini e appetizer.
Lo stesso momento è vissuto diversamente all’estero, dove viene comunemente chiamato Happy Hour e non prevede proposte di food ma si contraddistingue per la vendita di drink in determinate fasce orarie della giornata, in cui il locale produce meno, per incentivare il consumo. Anche l’aperitivo all’italiana continua a vivere in più momenti della giornata dal mattino alla sera ma non per via di una questione commerciale. L’aperitivo nostrano si consuma tradizionalmente prima dei pasti principali: tra le 11 e le 12 e tra le 18 e le 21 non si rinuncia, infatti, ad una bevanda fresca e qualche stuzzichino che possa stimolare l’appetito. Ma che sia estate o inverno, l’aperitivo nel nostro Paese è spesso vissuto anche alle 15-16 del pomeriggio, con una bevanda analcolica e in una fascia oraria che rappresenta un break dal trantran quotidiano.
In Italia l’aperitivo post lavoro tra le 18 e le 19 è ancora fortemente sentito, ma “Happy Hour” rimane una definizione utilizzata principalmente nelle città metropolitane, di cui Milano è l’emblema. Nel resto del Bel Paese, italiani ma anche turisti al bar scelgono sempre più la qualità, il fascino e la tradizione dell’aperitivo Made in Italy.
L’aperitivo all’italiana è diventato uno dei simboli della ricercatezza e del prestigio italiano, riconosciuto e invidiato anche all’estero e dagli stessi turisti, che lo ricercano non solo per il gusto e la compagnia ma anche per l’atmosfera suggestiva che li circonda, che si sposa ai buoni sapori tipicamente italiani.