Il cibo buono, sano e di qualità, può essere un alleato per l’organismo, che se nutrito bene si mantiene in forza e non si ammala. Abbiamo approfondito questo argomento in un’intervista alla dottoressa Annamaria Pasquadibisceglie. Occasione anche per introdurre la nuova rubrica dedicata, che ospiteremo su #RadioFoodit, curata proprio dalla nostra nutrizionista.
Dopo il lockdown imperversa sempre di più il termine healthy, che tradotto dall’inglese significa sano e sta trasformando per certi versi lo stile di vita delle persone, compreso l’approccio all’alimentazione. Una tendenza che si spera non sia solo una questione di hashtag e di foto instagrammabili, di moda da superfood, estratti e integratori, ma una visione nuova per uno stile di vita corretto, che ci faccia stare bene, mantenendoci in forma e in salute.
Questo non deve significare restrizioni, diete severe o sacrifici gastronomici, ma saper trovare gusto e piacere anche senza eccessi, lontano dai junk food, dai cibi grassi o troppo dolci, di cui per noia o mancanza di tempo si tende ad abusarne. Significa anche riscoprire la qualità degli alimenti, le loro proprietà e molto spesso quale sapore hanno certe materie prime. Essere healthy quindi si può tradurre con la frase “prendersi cura di sé”, non solo per una questione estetica, ma anche e soprattutto di salute.
Oggi sono molti i nutrizionisti che propongono regimi alimentari sani e puliti con l’obiettivo primario di “insegnare a mangiare bene”, per stare bene e di conseguenza dimagrire e non ingrassare. Ma quest’ultima parte forse è la parte che meno ci interessa in questo momento.
Mangiare in modo sano e “pulito” può essere – anzi è – un modo di fare prevenzione primaria. Questa è la visione convinta e provata della biologa-nutrizionista Annamaria Pasquadibisceglie, che da un percorso puramente personale prima e professionale poi, ha scoperto, studiato e capito come il cibo, quello buono, sano e di qualità, può essere un alleato per l’organismo, che se nutrito bene si mantiene in forza e non si ammala. E proprio con la dottoressa Pasquadibisceglie, abbiamo voluto approfondire questo argomento attraverso una serie di domande, un’interessante intervista da cui abbiamo imparato molte cose su come funziona il nostro corpo, su come vivono e si trasformano le nostre cellule, su come dovremmo aiutarci. Occasione anche per introdurre la nuova rubrica dedicata, che ospiteremo su #RadioFoodit, curata proprio dalla nostra nutrizionista.
L’intervista alla dottoressa Annamaria Pasquadibisceglie
Cibo e alimentazione come prevenzione dalle malattie si può?
Assolutamente sì. È indispensabile mangiare bene per poter prevenire le malattie (dal semplice raffreddore o influenza alle patologie più serie). Noi siamo fatti di cellule e le nostre cellule hanno bisogno di cibo per vivere, in poche parole si alimentano di ciò che noi mangiamo, pertanto è logico che se le nutriamo nel modo giusto non tenderanno a intossicarsi e ammalarsi. Sono sempre più convinta, anche per esperienza personale, che il cibo e l’alimentazione sono le nostre armi per la prevenzione e la salute.
Ma cosa si intende per prevenzione primaria?
Bisogna fare una differenza tra prevenzione e diagnosi precoce su cui si tende a fare confusione. Prevenire significa evitare qualcosa anticipandola. Se una persona, per esempio, ha la predisposizione genetica ad ammalarsi di cancro si può vedere geneticamente (ciò non significa che avverrà sicuramente) e di conseguenza si può evitare l’insorgenza della malattia attraverso il cambiamento del proprio stile di vita, mettendo in pratica azioni benefiche, dall’alimentazione allo sport, in modo che una cellula normale non si trasformi in una cellula cancerogena. Questa è la prevenzione primaria. Mentre si parla di diagnosi precoce quando si scopre l’insorgenza di un problema su cui si può intervenire per tempo, grazie a strumentazioni di indagine medica. Sicuramente lavorare per la prevenzione primaria comporta alcuni cambiamenti nel proprio stile e nelle proprie abitudini di vita, prima fra tutte quelle alimentari. Cambiamenti che all’inizio ci sembreranno dei grossi sacrifici, ma che adotteremo senza rimpianti quando cominceremo a testarne i risultati in qualità aumentata della vita stessa e delle nostre capacità psico-motorie.
La sua è una storia in prima persona, prima come paziente e poi come medico. Ci racconta qual è stato il suo percorso e soprattutto cosa ha osservato su di sé per poi teorizzare la prevenzione primaria tramite l’alimentazione.
11 anni fa mi sono operata di cancro, con asportazione bilaterale dei seni. Nella mia vita ho sempre condotto uno stile di vita sano e ho sempre pensato di non ammalarmi, sono una biologa specializzata in genetica medica ed embriologia e per passione e lavoro studio la vita e la conosco fin dove tanti altri non possono arrivare. Pensavo per questi motivi di non potermi ammalare, ma invece così non è stato. La malattia, le terapie e le cure mi hanno fatto concentrare sull’alimentazione e la nutrizione della cellula, ho portato avanti una “terapia alimentare” su me stessa, capendo che il cibo non solo serve ma aiuta l’organismo umano. Spinta da questi test personali ho lasciato il mio lavoro di embriologa per iniziare un percorso di studi e professionale del tutto nuovo incentrato sulla nutrizione e disintossicazione, in particolare da chemio e radio. Da qui non mi sono più fermata, ho deciso di scrivere un libro, ho aperto uno studio a Trani e uno a Roma con la missione di mettere le mie conoscenze a disposizione per aiutare gli altri a stare meglio e non ammalarsi.
A cosa bisogna stare attenti nel proprio stile di vita.
Il problema è che si mangia male e siamo pieni di tossine che arrivano dall’ambiente circostante o da alimenti prodotti non adeguatamente o prodotti industriali. Questo comporta per il nostro organismo una carenza di micronutrienti, intossicazione e infiammazione dei tessuti interni e questo porta i nostri organi a non funzionare al 100%, così come ad una assimilazione ridotta dei nutrienti stessi. Questo è il quadro più diffuso, con cui noi ovviamente conviviamo, spesso senza essere consapevoli. Capiamo com’eravamo, quando cambiando alimentazione aumentano forza, energia, tonicità e luminosità della pelle, buonumore, facciamo la differenza tra prima e dopo.
Tra i tanti sintomi a cui stare attenti ci sono stipsi, diarrea, alito pesante, gonfiore addominale, psoriasi, ecc. Sintomi con cui molti di noi convivono non sapendo che possono essere corretti ed eliminati con un’alimentazione più attenta, in quanto derivanti da permeabilità intestinale che va solamente ripristinata. Tutto ciò che noi ingeriamo va a finire nel sangue e il sangue alimenta l’organismo e le cellule, che sono i nostri “mattoni” e sono in continuo divenire. Queste nascono e muoiono in modo programmato, per crescere, sopravvivere e rigenerarsi hanno bisogno di micronutrienti che sono essenziali per la crescita, il sistema immunitario e di riparo. Questi ultimi due funzionano riconoscendo le cellule trasformate per poi ripararle o eliminarle. Quindi se ben alimentati e se funzionano bene preveniamo il problema, mentre quando ingeriamo sostanze “extra”, cioè che servono al nostro organismo, queste tendono a rimanere in circolo e ad agire sulle cellule, facendole trasformare e ammalare.
In poche parole la gente deve prendere consapevolezza, comprendere che se trattiamo bene il nostro intestino e nutriamo il nostro corpo nel modo giusto riduciamo intossicazione e infiammazioni, ma soprattutto rafforziamo le cellule e il nostro sistema immunitario. Se questo funziona preveniamo e resistiamo, in caso contrario tenderemo ad ammalarci, anche laddove non c’è predisposizione.
Cosa non deve mai mancare nell’alimentazione quotidiana di tutti e nello specifico cosa non deve mai mancare nell’alimentazione di chi è stato un malato oncologico?
Regole generiche non esistono. Ogni organismo è un individuo a sé e racchiude delle caratteristiche uniche. Ci possono essere allergie e intolleranze, patologie e cure farmacologiche che condizionano l’assunzione di alcuni cibi rispetto ad altri. Per esempio ci sono pazienti oncologici che vanno protetti da alcuni alimenti che potrebbero inficiare con la terapia. Il primo passo è capire la situazione di partenza, avere un quadro chiaro di quelle che sono le problematiche, i valori del soggetto e le sue abitudini correnti, per poi agire con una formula ad hoc costruita sulle sue esigenze, sull’età, sui suoi ritmi. Importante è che quando si sceglie di fare una dieta o cambiare la propria alimentazione non cadiamo nell’errore del fai date, ma rivolgiamoci sempre a degli specialisti.
Cosa mangiare dunque?
Si dice spesso che bisogna mangiare tanta frutta e verdura, ma chiediamoci anche quale frutta e verdura mangiamo, come viene coltivata o lavorata, da dove arriva, quanti chilometri fa. Lo stesso discorso vale per la carne, le farine, il pesce. Cerchiamo quindi prodotti qualitativamente garantiti. Premesso ciò, sì a tanta frutta e verdura, assolutamente di stagione e soprattutto nella versione “estratto”; è importante mangiare anche tre volte a settimana i legumi, per quanto riguarda le proteine animali, sono dell’avviso che ci sia quasi un abuso, non sono contraria alle carni, ma proviamo a scegliere una volta a settimana una carne di qualità eccellente, aumentiamo le dosi di pesce e poi non dimentichiamo le uova, che rappresentano la proteina più completa e, se ben tollerate, se ne possono mangiare fino a 4 a settimana. Altre fonti proteiche sono la soia, la quinoa, l’avena che ci aiutano anche a diversificare le materie prime e la nostra alimentazione, un trucco che bisogna imparare per non annoiarsi a tavola e in cucina. Fate molta attenzione ai salumi, quelli a lavorazione industriale sono deleteri, pieni di sostanze tossiche, nitrati e nitriti, che vanno ad appesantire il fegato.
La scelta o la filosofia di un’alimentazione biologica o km 0 quanto è valida e quando secondo lei è bene diffidare.
Io sono una fan del Km 0, che secondo me dà maggiore garanzia, prodotti da filiera corta o cortissima, produttori fidati di cui abbiamo magari conoscenza diretta. Tendiamo a scegliere frutta, verdura e prodotti di territorio, facili da reperire ma sostenibili, di cui conosciamo i processi di lavorazione e che non implichino una logistica complessa, come spesso accade per gli articoli bio (verdure comprese) nei supermercati, che attraversano l’Italia prima di arrivare sugli scaffali. Stesso discorso vale per la carne, il pesce o i lievitati. Saper scegliere e fare la spesa aiuta anche l’ambiente e le tasche delle famiglie.
Il mio grande sogno è costruire la casa della salute, una masseria dove riprendere in mano la propria vita, coltivando, stando a contatto con la natura, cucinando, riscoprendo sapori e gusti. Insomma un luogo non solo dove fare educazione all’alimentazione, ma un ritorno alla vita.
Cosa ci racconterà nella sua rubrica per RadioFoodit?
Io mi reputo un Coach di medicina e di stile di vita e mi piacerebbe proprio pormi in questo modo, la sento la mia missione. Non parlerò di cosa mangiare o di come cucinare certi alimenti, bensì di come adottare uno stile di vita ideale, perché è proprio lo stile di vita che fa la differenza. Cercherò di raccontarvi quali sono i segnali che il corpo dà e come riconoscerli, quali sono i fattori esterni da cui stare attenti e che ci possono far ammalare, di come imparare a nutrire il corpo per acquisire benefici.
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Chi è Annamaria Pasquadibisceglie
Annamaria Pasquadibisceglie è laureata in Scienze Biologiche, specializzata in Genetica Medica e Nutrizione Clinica e Coach in medicina di stile di vita, esercita la libera professione di biologa nutrizionista per la prevenzione e cura delle malattie. Già embriologa e ricercatrice presso l’ospedale De Bellis di Castellana Grotte. Lascia il suo lavoro per dedicarsi a nuovi studi legati alla nutrizione, un interesse nato per motivi personali che la portano ad approfondire il “potere del cibo” sulla salute dell’organismo e sulla prevenzione primaria.
Allieva dell’oncologo Philippe Lagarde da cui ha appreso conoscenze di disintossicazione da chemio e radio terapia per sostenere i pazienti durante le cure oncologiche. Già ricercatrice presso la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Docente a contratto presso l’Università Unicusano di Roma nel master Nutrizione in Oncologia. Ha frequentato corsi di cucina antitumorale presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano. Autrice del libro “Le Ricette della Salute” (ed. Adda, 2019) e prossima alla pubblicazione del suo nuovo progetto editoriale.
Una Rubrica per RadioFoodit
Dal prossimo mese la dottoressa Annamaria Pasquadibisceglie sarà ospite del nostro magazine con una sua rubrica dedicata a nutrizione e prevenzione. Un appuntamento mensile in cui ci aiuterà ad approfondire da un punto di vista medico-scientifico quale può essere il potere del cibo sul nostro corpo, cosa significa nutrirsi in modo corretto e come l’alimentazione può aiutare a sentirsi meglio.