Imprenditrici vinicole delle Langhe si mettono a ragionare sugli scarti della loro produzione e su un loro possibile riutilizzo: nasce così l’associazione L’Anello Forte, che abbraccia la filosofia dell’economia circolare e coinvolge un’intera comunità.
Appassionate, competenti, forti come la lega che lo costituisce, Sara Vezza, Marta Alessandria, Laura Clerico, Alda Conterno, Noemi Conterno, Mirella Manzone, Isabel Oberlin, Tiziana Parusso, Giulia Poggi, Silvia Pressenda, Cecilia Rocca, Lorena Sanso e Giuliana Viberti formano l’anello che dà il nome all’associazione che hanno costituito, allo stesso tempo identifica simbolicamente la circolarità del tipo di economia che hanno scelto di adottare.
L’anello forte, un’idea di sostenibilità per il vino
Grazie a Maria Bianucci, giornalista e loro concittadina di Monforte d’Alba che le ha sempre spronate a concentrarsi su un’ottica di sostenibilità e responsabilità sociale, le “donne dell’anello” si ispirano al titolo del libro di Nuto Revelli, scrittore e partigiano cuneese, in cui racconta la campagna piemontese del dopoguerra attraverso la voce delle donne.
Da sempre sensibili ai temi ambientali, le imprenditrici lavorano ai progetti dell’associazione partendo dalle loro aziende, dove conservano e rivalutano tutti i materiali arrivati a fine ciclo e non più utilizzabili per quella lavorazione, dando loro una nuova destinazione. Il successo del primo progetto si realizza grazie alla sinergia dell’intera comunità del Comune di Monforte d’Alba, che si impegna a conservare carta e cartone, e la collaborazione con FAG, azienda di packaging di Dogliani, e Osson che si occupa di recupero dei materiali, realizzando così scatole per il trasporto delle bottiglie di vino interamente ecosostenibili.
Siccome in natura non esistono rifiuti, altro progetto in corso di realizzazione è il recupero dei tappi di sughero, conferiti poi alla cooperativa sociale Artimestieri di Boves, dove vengono ridotti in granuli e destinati a una nuova vita nel settore edilizio per la costruzione di pannelli isolanti. La prossima sfida prevede il recupero delle vinacce e degli scarti organici della vigna; raspi e vinacce vengono ceduti alle distillerie oppure sparsi tra i filari per il loro restante potere fertilizzante, i sarmenti vengono meccanicamente spezzettati e lasciati sul terreno oppure raccolti e utilizzati per arricchire il compost o formare la pacciamatura di orti e giardini. Nuove importanti collaborazioni sono prese in considerazione, come quella con una start up finlandese, Cycle4green Ltd, che ha messo a punto la tecnologia per riciclare un materiale ostico da riutilizzare come il liner, misto di carta-plastica, e produrre nuovamente etichette.
Italia capofila UE del vino sostenibile
“Credo nei tempi lunghi, credo nei lavori di ricerca che richiedono non poca umiltà ed altrettanta pazienza”, asserisce Nuto Revelli nel suo libro che, oltre al nome, ha ispirato evidentemente i principi che costituiscono lo statuto de L’Anello Forte. L’augurio è che questo gruppo di donne determinate, preparate, appassionate, sia a sua volta fonte di ispirazione per altrettanti uomini e donne, imprenditori o meno, comunità tutte; che il messaggio che si impegnano a veicolare venga trasmesso con una reazione a catena fino a coinvolgere tutto il Paese. Lo dobbiamo alle risorse finite, alla flora, alla fauna che costituiscono la casa che abbiamo preso in prestito, alle nostre e future coscienze; perché il corso della vita, già irrimediabilmente compromesso, torni ad essere circolare, proprio come un Anello Forte.