Andare in brodo di giuggiole

Giuggiole

PER ANDARE IN BRODO DI GIUGGIOLE? «USCITA A13 TERME EUGANEE DIREZIONE ARQUÀ PETRARCA»

Andare in brodo di giuggiole è un’antica espressione metaforica nota a tutti: rivela con molta incisività uno stato d’animo particolarmente positivo, una profonda soddisfazione. Praticamente significa essere quasi fuori di sé per la contentezza. Questo modo di dire era diffuso già nel XVII secolo e compare – sebbene in forma diversa da quella attualmente in uso – addirittura nella prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca datata 1612. Ma cosa sono esattamente le giuggiole? E davvero sono utilizzate per la preparazione di un brodo?

La Giuggiola

La giuggiola, almeno per noi in Italia, può essere classificata come frutto esotico, considerata la sua provenienza – il Vicino Oriente – e l’altro nome con il quale è conosciuta, ossia dattero cinese. Alcune leggende proprie dei paesi asiatici narrano che un tempo gli alberi di giuggiole fossero strettamente sorvegliati. Si pensava che il loro odore facesse innamorare le persone.

Le origini territoriali

Frutto originario di Libano, Siria e Nord Africa, ha trovato nel corso dei secoli diffusione nell’area compresa tra la Spagna e la Cina. Usata da Egizi e Fenici come prezioso ingrediente di svariati intingoli, veniva utilizzata dai Greci per preparare un vino. I Romani, una volta scoperta, la chiamarono zizizphum da cui è probabilmente derivato il nome botanico ziziphus jujuba. In Italia la sua diffusione è concentrata in Veneto, precisamente nei Colli Euganei in provincia di Padova ed è testimoniata nientemeno che da Francesco Petrarca trovando proprio ad Arquà (curiosamente nel 1868, in seguito all’Annessione del Veneto al Regno d’Italia, si decise di cambiare il nome in Arquà Petrarca in onore del poeta che vi trascorse gli ultimi anni della sua esistenza) il suo luogo di ideale per esposizione e clima sebbene compaia anche a Cavallino Treporti, presso le isole di Sant’Erasmo e Vignole nella zona lagunare di Venezia i cui arbusti, un tempo, venivano utilizzati come ombreggianti per gli orti lagunari.

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Le caratteristiche del frutto

Si tratta di un frutto delle dimensioni di un’oliva, di forma ovale o sferica, dal colore che spazia dal marrone chiaro al rossastro, composto per l’81% di acqua. Se colta non ancora completamente matura, ossia quando la polpa presenta un colore verde uniforme, ha un sapore simile a quello di una mela. Con il procedere della maturazione, tuttavia, il frutto si scurisce, la superficie si fa rugosa, la polpa presenta un colorito bianco ed il sapore diviene progressivamente più dolce fino ad assomigliare a quello di un dattero. Il giuggiolo ha un portamento generalmente di albero, rami spinosi ed altezza media di 3-4 m. Le foglie sono arrotondate, di un verde chiaro e brillante che vagamente ricordano quelle dell’olivo. La pianta produce un gran numero di fiori di piccole dimensioni dal colore bianco verdastro la cui fioritura avviene in giugno-agosto, mentre la maturazione dei frutti tra settembre ed ottobre.

Le proprietà

Particolarmente ricca di vitamina C (ne contiene 20 volte di più degli agrumi), è nota per le sue proprietà antinfiammatorie e antipiretiche, protegge il fegato e abbassa la concentrazione di colesterolo nel sangue, oltre ad essere un valido emolliente e, in decotto, cura raffreddori ed infiammazioni alle vie respiratorie. Ottima consumata fresca, trova applicazione nella preparazione di confetture, conservata sotto grappa e, in tempi recenti, per la produzione di due specialità tipiche dei Colli Euganei: il Brodo® di Arquà Petrarca, un liquore rosso ambrato dal gusto melato e profumo intenso di giuggiola con un leggero sentore di nocciola meglio conosciuto come Brodo di Giuggiole.

In tempi remoti le famiglie contadine mettevano i frutti appassiti in vasi e tramite infusione ne ricavavano un succo liquoroso che per la sua dolcezza era definito, appunto, brodo di giuggiole. L’altra specialità è il Giuggiolone, dolce somigliante nella forma al panettone piemontese e ad una colomba pasquale di consistenza soffice, dal particolare sapore con una lieve nota aromatica percepibile nel retrogusto conferita dall’aggiunta di giuggiole lavorate al caramello e Brodo di Giuggiole nell’impasto.

PS) Nonostante l’ironia del titolo, l’indicazione per raggiungere il borgo medievale di Arquà Petrarca – eletto nel 2017 come 2° Borgo più bello d’Italia – è veritiera: appena 12 km dal casello TERME EUGANEE dell’autostrada A13 BOLOGNA-PADOVA.