L’aumento della produzione e della produttività hanno dominato per lungo tempo l’attività agricola in Europa e adesso il bilancio è negativo. L’agroecologia è una delle possibili soluzioni.
L’uso massivo di pesticidi, fertilizzanti, irrigazione, aratura intensiva e sistemi di mono-coltura su larga scala sono stati spesso la causa del degrado dei sistemi suolo e acqua, dell’erosione e della salinizzazione di alcune aree e della perdita di biodiversità. Inoltre l’aumento di eventi meteoroligici estremi, inclusi siccità prolungata e inondazioni, hanno dato un nuovo valore al tema della resilienza del sistema produttivo.
La soluzione spesso proposta riguardante la messa a punto di nuove varietà resistenti agli stress ambientali non è risolutiva se non viene affrontato il tema della diversificazione e delle pratiche di gestione.
Gli approcci dell’agroecologia, e in particolare il tema della diversificazione, assicurano la produttività a lungo termine attraverso il ripristino della biodiversità e dell’intera gamma delle funzioni eco-sistemiche che sostengono la produzione alimentare e il benessere umano (cioè l’acqua pulita, la circolazione dei nutrienti e la regolazione climatica).
Maggiore produttività e sicurezza alimentare
Ricorrendo a tecniche conoscitive proprie dell’approccio agro-ecologico, gli agricoltori possono ridurre in maniera significativa la necessità di apporti che esulano dal mondo agricolo.
L’agricoltura contadina, che rappresenta una delle espressioni più significative dell’agricoltura familiare, quando quest’ultima è riferita ad aziende di piccole dimensioni, è una forma antica di coltivazione dei campi e di allevamento degli animali che ha rischiato di scomparire a causa della concorrenza dell’agricoltura industriale e intensiva.
Ma oggi l’agricoltura contadina suscita un rinnovato interesse in chi vorrebbe tornare alla terra e nei consumatori più attenti alla qualità degli alimenti, inoltre, sia quando si configura come attività prevalente che quando si configura come attività integrativa, essa rappresenta una risorsa importante in termini di auto-occupazione e di auto-sostentamento. Essa si è salvata laddove è riuscita a mantenere produzioni e trasformazioni di nicchia, legate alle tradizioni locali o, nel caso di riconversione delle aziende, alle produzioni biologiche e biodinamiche.
L’agroecologia mira a portare l’agricoltura industriale verso un paradigma agricolo alternativo che incoraggia la produzione alimentare locale/nazionale delle piccole aziende agricole familiari basata sull’introduzione di soluzioni innovative a livello locale, sulle risorse disponibili e sull’energia solare.
Le implicazioni
Questo implica che i contadini abbiano accesso a terra, sementi, acqua, credito e mercati locali, anche attraverso la creazione di politiche di sostegno economico, incentivi finanziari, e opportunità di mercato.
Essa, dunque, rafforza il tessuto produttivo delle piccole imprese agricole, rendendole autonome dall’ingerenza della grande distribuzione; in secondo luogo si basa sul collante della comunità e infine propone nuove tecniche agricole sostenibili e durevoli.
L’agro-ecologia favorisce, quindi, le piccole e medie aziende agricole e i contesti di sviluppo rurale locale per la sovranità alimentare. Dimostra una produttività maggiore dei sistemi convenzionali, fornendo maggiore ricchezza anche qualitativa e differenziazione delle produzioni.
Miglioramento degli eco-sisitemi
Parlare di agroecologia significa oggi parlare di un’agricoltura resiliente e cioè di un sistema che soddisfa sia i bisogni alimentari sia quelli di sviluppo a breve e a lungo termine, senza destabilizzare il sistema terrestre. Essa cerca in modo specifico non solo persistenza, ma anche cambiamenti adattativi o addirittura le trasformazioni necessarie per soddisfare le condizioni ambientali in evoluzione e le necessità umane.
Tra i meccanismi possibili per incoraggiare questo adattamento, nell’agroecologia vi sono una serie di pratiche sostenibili che mantengono il capitale naturale e sociale, regolano i servizi eco-sistemici e promuovono l’auto-organizzazione sociale.
Infine, l’agroecologia, basandosi sull’applicazione integrata e congiunta di una serie di principi e tecniche che mirano a produrre quantità maggiori di cibo e altri biomateriali, riesce al contempo a mantenere o migliorare lo stato degli ecosistemi e la loro capacità di fornire i servizi eco-sistemici per il sostentamento della vita.