Le nuove tendenze presentata dal direttore di Altroconsumo, Alessandro Sessa, durante il Festival del Giornalismo Alimentare: le abitudini alimentari degli italiani sono cambiate, si spreca meno e si cucina di più a casa.
Maggiore attenzione ai prezzi e allo spreco del cibo, ma soprattutto ritornano in auge le preparazioni fatte in casa. Sono queste le principali abitudini che in tempo di Covid si sono consolidate nelle ruotine quotidiana delle famiglie italiane.
Lo studio di Altroconsumo sulle nuove abitudini alimentari
A rivelarlo è l’ultimo studio effettuato da Altroconsumo “Le nuove abitudini alimentari che rimarranno dopo la pandemia” e presentato dal suo direttore Alessandro Sessa in occasione della sesta edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, andato in scena il 27 e 28 settembre scorso presso il Circolo dei Lettori di Torino.
Dall’indagine, condotta dal 9 e il 15 settembre 2021 prendendo in riferimento un campione rappresentativo di residenti in Italia di età compresa tra i 25 e i 79 anni, la maggior parte con un livello medio di istruzione, è emerso come sia cresciuta l’abitudine ad acquistare prodotti attraverso piattaforme di e-commerce (il 14% dichiara di comprare più cibo online) ma nello stesso tempo si è instaurata una maggiore fidelizzazione ai negozi di vicinato che sono frequentati assiduamente dal 19% del campione. Tutto con un occhio più attento ai prezzi (+17%)
Una tendenza questa che ha fatto del 23% rispetto al periodo pre-pandemico, la predisposizione degli italiani a cucinare di più a casa (non tutti hanno abbandonato il loro lievito madre) e si sta più attenti agli sprechi.
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Aumenta l’attenzione allo spreco
Ma a crescere è soprattutto l’attenzione verso il sostenibile e lo spreco: il 19% cerca la salubrità dell’alimento e il 30% pensa alla sostenibilità oppure alla produzione a chilometro zero: “Il lascio virtuoso della pandemia è stato quello di far aumentare il senso di responsabilità. Gli Italiani hanno imparato a sprecare meno cibo, cucinando molto di più e facendo attenzione ai prodotti. Sia dal punto di vista dei prezzi ma soprattutto dal punto di vista delle composizioni nutritivi e quindi della salute”.
Nello specifico, solo il 2% del campione dichiara che le proprie abitudini alimentari sono peggiorate nel corso della pandemia, il 20% dice esplicitamente che sono migliorate, il resto non sa rispondere. Più della metà del campione, infatti, dichiara di essere disposto anche a spendere di più per una spesa etica per l’ambiente.
Il consumo di prodotti freschi ha subito una flessione importante, mentre il 32% degli intervistati dice di comprare meno bevande alcoliche.